Secondo una nuova ricerca scientifica, cani, gatti ed esseri umani potrebbero trasmettersi una serie di pericolosi batteri e geni che sarebbero resistenti agli antibiotici. Tra questi vi sarebbe l'Escherichia coli, ma non solo, come provato dai test condotti dai ricercatori
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I nostri amati animali domestici ci dimostrano il loro amore in tanti modi, uno di queste sono “i baci”, le leccate che ci vengono elargiti quasi sempre smisuratamente.
Il perché i nostri animali ci lecchino è stato spiegato anche dai veterinari, ma secondo i ricercatori dell’Università di Lisbona ed i veterinari del Royal Veterinary College un contatto così diretto potrebbe contribuire alla trasmissione di ceppi di batteri dal proprietario al cane e viceversa che potrebbero essere rischiosi per la salute di entrambi, essendo alcuni di questi resistenti a potenti antibiotici quali penicillina e cefalosporine.
Gli esperti – che presenteranno i dati delle ricerche condotte all’Eureopean Congress of Clinical Microbiology & Infectious Diseases che si terrà a Lisbona dal 23 al 26 aprile – hanno perciò coinvolto nello studio 41 famiglie portoghesi e 42 britanniche con animali e analizzato ogni quattro mesi tra il 2018 ed il 2020 i campioni di feci di un totale di 114 persone, 85 cani e 18 gatti. I risultati hanno mostrato che, in quel lasso di tempo, il 15% degli animali ed il 13% dei proprietari che hanno condiviso le stesse mura domestiche sono stati colpiti da infezioni provocate da Enterobacteriaceae ESBL e AmpC.
Ma è davvero il cane il problema?
No, per nulla, perché gli animali in tutto questo non sono il capro espiatorio ed è bene sottolinearlo, anzi cani e gatti che condividono con noi le nostre giornate e lo stesso tetto rischiano di essere doppiamente vittime del problema che sussiste non nelle leccate del nostro amico a quattro zampe, quanto nella antibiotico-resistenza in quanto tale.
Questi patogeni resistenti agli antibiotici, che riducono notevolmente l’efficacia di un trattamento, ormai sono ovunque, nel suolo e nell’acqua, e non sarà certo il nostro cane ad amplificare il problema. Anzi, proprio quest’ultimo è vittima a sua volta di un fenomeno ampiamente incrementato dall’essere umano. Diffidiamo perciò dai titoli eccessivamente allarmistici.
Come specifica l’Istituto di Sanità Superiore l’antibiotico-resistenza è oggi uno dei principali problemi di sanità pubblica a livello mondiale.
Non dobbiamo quindi farci più leccare dal nostro animale?
Assolutamente no, piuttosto è importante ricordarsi di mettere in pratica, nel quotidiano, delle norme basilari di igiene quando si ha un animale in casa come lavarsi le mani dopo averlo accarezzato o dopo aver raccolto i suoi bisogni, cane o gatto che sia. Questi semplici gesti consentono di ridurre al minimo i rischi di una trasmissione di batteri o geni resistenti che, ricordiamo ancora una volta, possono colpire non solo noi proprietari, ma anche i nostri pelosi, come lo studio ha evidenziato del resto.
Cosa ci insegna questo studio sulla trasmissione dei batteri resistenti agli antibiotici?
Questo studio rafforza, questo sì, la necessità di praticare una buona igiene con gli animali domestici. E soprattutto ci ricorda di ridurre l’uso di antibiotici non necessari.
Non tutti i ceppi noti pericolosi, ad esempio la maggior parte degli Escherichia coli sono innocui, tuttavia quelli resistenti rappresentano un reale problema per la sanità, essendosi moltiplicati e diffusi per tutta una serie di cause tra cui va sicuramente annoverato un uso smodato di antibiotici umani e veterinari.
Anche prima della pandemia di COVID-19, la resistenza agli antibiotici era una delle maggiori minacce per la salute pubblica perché può rendere incurabili condizioni come polmonite, sepsi, infezioni del tratto urinario e delle ferite”
ha affermato la dottoressa Juliana Menezes, una delle ricercatrici dello studio.
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