Fusione nucleare, Oxford ce l’ha fatta! La svolta energetica confermata anche dall’Aeia

Svolta storica per l'energia pulita che imita le stelle! Una startup britannica fondata dall'Università di Oxford ha raggiunto la fusione nucleare usando un approccio innovativo

Dal Regno Unito arriva una splendida notizia sul fronte dell’energia pulita: la fusione nucleare non è più un’utopia, è già realtà. Ad annunciare di averla raggiunta la società First Light Fusion, fondata dall’Università di Oxford. Per raggiungere lo straordinario traguardo – che è stato convalidato dall’Autorità per l’energia atomica del Regno Unito (UKAEA) – è stato utilizzato per la prima volta un approccio innovativo, più semplice e più efficiente: la cosiddetta tecnologia dei proiettili. 

Per ottenere questo risultato di fusione, First Light ha utilizzato il suo grande cannone a gas iperveloce a due stadi per lanciare un proiettile su un bersaglio, contenente il combustibile di fusione. – spiega la startup – Il proiettile ha raggiunto una velocità di 6,5 km al secondo prima dell’impatto. 

First Light ha chiarito di essere riuscita a raggiungere la fusione spendendo meno di 45 milioni di sterline “e con un tasso di miglioramento delle prestazioni più veloce di qualsiasi altro schema di fusione in storia”.

Con questo approccio più semplice che riutilizza la tecnologia esistente, l’analisi condotta da First Light mostra che la fusione dei proiettili offre un percorso verso un costo dell’energia livellato (“LCOE”) molto competitivo di meno di $50/ MWh. – sottolinea la società energetica – L’attrezzatura di First Light è relativamente semplice, costruita in gran parte con componenti prontamente disponibili. First Light ritiene che questo approccio acceleri il viaggio verso l’energia da fusione commerciale poiché esiste una grande quantità di ingegneria che può essere riutilizzata per realizzare il progetto dell’impianto proposto.

Adesso la First Light ha in programma di avviare delle collaborazioni con i produttori di energia esistenti per sviluppare un impianto pilota, utilizzando il suo approccio unico alla fusione nucleare. 

Risultati incoraggianti anche dall’AIEA

Recentemente in Europa è stato raggiunto anche un altro traguardo incoraggiante nel settore dell’energia che imita le stelle. Il team internazionale di scienziati, che sta lavorando da tempo al Joint European Torus (JET) – il più grande reattore a fusione nucleare – è riuscito infatti ad ottenere una quantità record di energia: 59 megajoule nel giro di 5 secondi (l’equivalente di 11 megawatt). Il precedente primato risaliva al 1997, quando era stata prodotta meno della metà dell’energia.

Al momento un nuovo progetto di ricerca coordinato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) sta cercando di approfondire i materiali da usare per la realizzazione dei reattori a fusione.

“I risultati del progetto potrebbero contenere risposte importanti a domande relative a costi, efficienza e rifiuti prodotti da grandi esperimenti di fusione e reattori, come ITER e DEMO, nonché future centrali elettriche a fusione” chiarisce l’AIEA. 

Perché la fusione nucleare rappresenta la svolta 

Ma cosa si intende esattamente per fusione nucleare e perché è considerata l’energia del futuro? Si tratta un processo complesso che avviene nel Sole e nelle altre stelle e che produce una quantità di energia. La fusione non è altro che la sorgente d’energia del sole e delle stelle. Per soddisfare le necessità di una popolazione mondiale in continua crescita, la ricerca sul campo sta dimostrando che questa fonte di energia può essere usata per produrre elettricità in modo sicuro, rispettoso dell’ambiente e con risorse di combustibile abbondanti. In pratica è l’opposto della fissione nucleare – la reazione utilizzata oggi nelle centrali nucleari – in cui l’energia viene rilasciata quando un nucleo si divide per formarne altri più piccoli.

La fusione nucleare non produce emissioni di carbonio. Infatti gli unici sottoprodotti delle reazioni di fusione sono piccole quantità di elio, un gas inerte che può essere rilasciato in sicurezza, senza provocare danni ambientali.

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