Un piccolo ma potente "battaglione" di api è fuggito dal loro alveare nel villaggio di Chelburda, nella regione di Oleshkovsky, ed è entrato in un campo pieno di soldati russi. Attaccandoli rovinosamente
Tre soldati russi sarebbero morti e altre 25 persone ricoverate in ospedale nel distretto di Oleshkovsky, in Ucraina. Secondo il sito di notizie ucraino Kherson News, questa volta la causa sarebbero state le operazioni militari, ma le api.
Una notizia rimbalzata su più testate che ha effettivamente dell’inverosimile e che sembra ripercorrere quanto già avevano “compiuto” qualche giorno fa due oche selvatiche “accusate” di aver fatto precipitare un aereo dell’esercito occupante. Potrebbe sembrare un pesce d’aprile, ma considerate che il quotidiano locale ucraino ha dato la notizia già il 26 marzo.
Quando la natura ci mette la sua forza… Volendo credere che tanto basterebbe a chiudere definitivamente la guerra.
Questa volta, il decisivo “intervento” delle api sarebbe da attribuire al fatto che generalmente con l’inizio del caldo gli apicoltori cominciano a nutrirle. Ora non sono stati in grado di farlo e così le api affamate avrebbero agito in modo particolarmente aggressivo.
Il loro attacco sarebbe costato così la vita a tre russi, mentre altri 25 sarebbero finiti in ospedale.
Non ci sono informazioni su quale specie di ape sia stata in grado di lanciare questo efferato attacco, ma in ogni caso le api più pericolose del mondo non si trovano generalmente in Europa. Ben note sono, per esempio, le cosiddette “api assassine”, conosciute come api africanizzate, un ibrido intraspecifico di Apis mellifera scutellata, con varie sottospecie di api europee tra cui Apis mellifera ligustica e Apis mellifera mellifera. Dalla loro hanno due caratteristiche particolari:
- tendono a sciamare più frequentemente
- è più probabile che migrino come risposta stagionale per supplire alla diminuzione di cibo
L’insetto mortale ha una storia di attacchi nei modi più raccapriccianti, inclusi gli occhi e il riempimento della bocca, delle narici e delle orecchie di una vittima. Per avere qualche possibilità di sfuggire all’assalto del pungiglione, un essere umano dovrebbe correre diverse centinaia di metri. E probabilmente questo non sono riusciti a farlo proprio quei soldati russi.
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Fonte: Kherson News
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