Afasia: che cos’è, cause e sintomi della malattia di cui soffre Bruce Willis

L'annuncio sui social della figlia di Bruce Willis ha acceso i riflettori su questo grave disturbo che colpisce il sistema nervoso e che provoca un forte danneggiamento del linguaggio

Nelle scorse ore Rumer Willis, figlia dell’attore Bruce, ha annunciato il ritiro di suo padre dal mondo dello spettacolo e del cinema a causa dei problemi di salute recentemente insorti e connessi all’afasia, una patologia che limita e danneggia le capacità cognitive di chi ne è affetto.

Questo è un momento davvero difficile per la nostra famiglia e apprezziamo così tanto il tuo continuo amore, compassione e supporto – ha scritto la giovane su Instagram, parlando a nome di tutta la famiglia dell’artista. – Stiamo attraversando questo come una forte unità familiare e volevamo coinvolgere i suoi fan perché sappiamo quanto lui sia importante per voi, così come voi siete importanti per lui.

Ma che cos’è l’afasia, quali sono le sue cause e, soprattutto, esistono dei rimedi e delle cure efficaci? Vediamo di fare chiarezza. Si tratta di un disturbo derivante dal danneggiamento di alcune sezioni cerebrali, connesse all’abilità di linguaggio.

Solitamente questo disturbo si manifesta in modo improvviso, a causa di un evento traumatico per il cervello – come un ictus o un trauma cranico. Tuttavia, la malattia può svilupparsi anche in modo lento e inizialmente latente, in conseguenza di un tumore al cervello o di una malattia neurologica progressiva. In entrambi i casi, la progressione della malattia compromette l’abilità del soggetto di comunicare verbalmente, ma anche di scrivere e leggere.

Esistono due tipi di afasia: fluente e non fluente. Nel primo caso i soggetti riescono a parlare, ma producono frasi lunghe e del tutto prive di significato (molto spesso inventando parole che non esistono). Di conseguenza, è molto difficile comprendere cosa il malato stia cercando di comunicare – anche se il paziente non si rende conto che il suo interloquire è privo di logica e di senso compiuto.

Si parla invece di afasia non fluente se i danni colpiscono principalmente il lobo frontale del cervello. In questo caso il malato manifesta debolezza e paralisi nella parte destra del corpo (braccio e gamba) e serie difficoltà nell’articolazione di frasi anche brevi: chi è affetto da afasia non fluente è perfettamente in grado di comprendere ciò che gli viene detto e di elaborare pensieri, ma non è in grado di parlare se non per brevi suoni o parole.

L’afasia viene diagnosticata attraverso la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata (TAC): questi esami permettono al medico di verificare l’eventuale presenza di una lesione cerebrale e di individuarne con precisione la posizione.

Dopo la diagnosi di afasia, la vita del malato cambia completamente: ha inizio un lungo e lento processo di riabilitazione che purtroppo, nella maggioranza dei casi, non conduce ad una guarigione totale – molto dipende dalla gravità della lesione e dalla grandezza dell’area cerebrale interessata. Il recupero può avvenire grazie a sedute di logopedia, che possono aiutare il paziente a riacquisire la capacità comunicativa perduta.

Il coinvolgimento della famiglia nel trattamento del malato di afasia è fondamentale: coniuge, figli e altri parenti devono imparare a relazionarsi al congiunto malato in modo nuovo, diverso, per stabilire con lui una nuova forma di comunicazione che tenga conto delle sue menomate abilità.

Ecco perché i medici consigliano ai familiari del malato una semplificazione del linguaggio verbale (parole brevi, frasi elementari), l’eliminazione di distrazioni comunicative (come la televisione o la radio), il continuo coinvolgimento del malato nelle conversazioni domestiche e nei momenti di socialità, l’incoraggiamento verso qualsiasi forma comunicativa (che sia scritta o parlata).

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Fonti: Instagram / NIH

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