Uno studio olandese ha analizzato campioni di sangue, scoprendo la presenza di diversi tipi di microplastiche
In molti articoli vi abbiamo parlato della presenza delle minuscole microplastiche, reperibili ormai in ogni angolo del Pianeta – dall’Artide alle vette dell’Himalaya fino ai fondali oceanici. Ora un nuovo studio dimostra per la prima volta la presenza di microplastiche anche nel sangue umano.
Sappiamo già da ricerche precedenti che noi esseri umani entriamo in contatto con queste particelle attraverso l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo ed il cibo che mangiamo (perlopiù animali, come i pesci, che prima di noi si sono nutriti anche di microplastiche): alcuni studi hanno dimostrato la presenza di microplastiche nelle feci (anche quelle dei bambini) e addirittura nel latte materno.
(Leggi anche: Pesci di plastica: trovate microplastiche nell’83% dei pesci del Bangladesh)
Tuttavia finora nessuno studio si era ancora occupato di dimostrare la presenza di particelle plastiche nel sangue e negli organi di persone apparentemente sane, né di indagare i possibili effetti sulla salute di questa anomala presenza.
Lo studio realizzato da un team di ricercatori olandesi si è mosso invece in questa direzione. Sono stati analizzati 22 campioni di sangue provenienti da altrettanti donatori anonimi, e in 17 di questi sono state trovate particelle di plastica.
La metà dei campioni analizzati conteneva PET, la plastica comunemente utilizzata per realizzare bottiglie e confezioni per alimenti, mentre un terzo conteneva polistirene (un altro tipo di plastica per imballaggi alimentari); infine, in un quarto dei campioni sono state trovate tracce di polietilene, il materiale usato per realizzare le buste di plastica.
Anche se già il risultato è di per sé rivoluzionario, i ricercatori insistono sulla necessità di estendere la ricerca ad un numero di campioni molto più ampio, nonché di considerare una varietà maggiore di polimeri. In ogni caso, sostengono che essere preoccupati di fronte ad una scoperta del genere è comprensibile, visto che gli effetti di questa presenza all’interno del nostro corpo non sono stati ancora ben analizzati.
I bambini sono più esposti degli adulti a divenire veri e propri “contenitori” per le microplastiche: è stato infatti dimostrato che la percentuale di microplastiche nelle feci dei bambini è fino a dieci volte più alta rispetto a quella presente nelle feci degli adulti. Senza considerare che neonati e bambini sono molto più vulnerabili di noi adulti all’esposizione a sostanze chimiche e particelle tossiche.
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Fonti: The Guardian / Enviromental International
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