Peste suina africana: al via la mattanza di cinghiali in Piemonte, caccia autorizzata anche nelle ore notturne

In nome della lotta al virus della peste suina africana, guardie venatorie volontarie, agenti di vigilanza e cacciatori saranno autorizzati ad abbattere i cinghiali su tutto il territorio del Piemonte

La peste suina africana continua a far paura nel Nord Italia. Dall’inizio dell’anno i casi sono già 66: 38 i Piemonte e 28 in Liguria. Negli ultimi giorni in Piemonte c’è stato un nuovo boom di contagi sul territorio piemontese: tra Ovada, Tagliolo Monferrato e Voltaggio sono state rinvenute le carcasse di cinque cinghiali infetti. E i sospetti sulla causa del decesso sono stati confermati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Per far fronte all’epidemia la Regione Piemonte ha da poco firmato un’ordinanza che prevede l’abbattimento dei cinghiali selvatici nelle aree considerate a rischio e autorizza diversi soggetti ad uccidere gli animali. Si prospetta una vera e propria mattanza. La caccia ai cinghiali – in nome della lotta al pericoloso virus – sarà autorizzata persino di notte.

E’ previsto che il contenimento della specie possa essere effettuato, oltre che dagli agenti delle Province e della Città metropolitana di Torino, dagli agenti di vigilanza delle aree protette, dai proprietari o conduttori dei fondi interessati muniti di licenza di porto d’armi, – si legge nell’ordinanza – o appositamente incaricati all’abbattimento (tutor), dalle guardie venatorie volontarie e dai cacciatori nominativamente individuati in possesso di specifica formazione, operanti sotto il coordinamento delle medesime amministrazioni. In deroga alla normativa, la caccia di selezione al cinghiale può essere effettuata anche nelle ore notturne, previo utilizzo di mezzi per la visione notturna che facilitano la selezione dei capi individuati.

L’ordinanza resterà in vigore fino al 30 giugno su tutto il territorio regionale, ma in particolare nella zona infetta e in quella di sorveglianza attiva le misure di “depopolamento” dovranno essere attuate “immediatamente e con la massima intensità possibile” nei prossimi tre mesi.

L’azione di depopolamento – aggiunge il vicepresidente e assessore ai Parchi della Regione Piemonte, Fabio Carosso – coinvolgerà anche il territorio sotto la tutela degli Enti parco, stiamo mettendo in campo tutte le forze a disposizione delle Province e della Regione per contenere il contagio.

Abbattuti anche i suoni domestici sani nelle zone a rischio

Nelle scorse settimane in Piemonte sono già iniziate le operazioni di abbattimento dei suini domestici sani, ma considerati a rischio contagio perché rientranti nella zona infetta.

Gli allevatori danneggiati saranno rimborsati direttamente dalla Regione Piemonte, che ha stanziato 1 milione e 800 mila euro per venire incontro alle prime esigenze delle aziende colpite dall’emergenza – ha fatto sapere l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte Luigi Genesio Icardi. – Il passaggio del virus dai cinghiali ai suini domestici è un rischio che va scongiurato il più presto possibile. Sarebbe un danno enorme per una filiera che in Piemonte vale oltre un miliardo di euro, con un milione e 300 mila suini. Contestualmente, l’Assessorato regionale all’Agricoltura sta mettendo a punto il piano di abbattimento di circa 50 mila cinghiali su tutto il territorio regionale per ripristinare l’equilibrio della fauna selvatica.

Insomma la scia di sangue continua. E da qui al prossimo giugno i cacciatori saranno autorizzati, anzi caldamente invitati, a fare strage di cinghiali.

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Fonte: Regione Piemonte

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