Nelle immagini satellitari del teatro del 14 marzo la parola russa Дети, “bambini”, appariva chiaramente scritta due volte in caratteri di grandi dimensioni davanti e sul retro del teatro. E ora è scambio di accuse
Il web va più veloce della luce e ancora una volta dà dimostrazione di una cosa, ossia di quanto le immagini, i tweet, Telegram stesso, siano l’altra faccia della medaglia: una guerra a suon di post e di clic dell’ultimo secondo. Come nel caso del bombardamento dell’ospedale di Mairupol, ora è la volta del Teatro. Siamo sempre a Mariupol, la città a sud dell’Ucraina probabilmente tra le più martoriate in questo folle conflitto.
Qui, nel tardo pomeriggio del 16 marzo, è stato bombardato – e in buona parte distrutto – il Teatro d’arte drammatica. In attesa di immagini e di un bilancio ufficiale, le uniche notizie sono arrivate proprio dai social da parte di due parlamentari ucraini.
Il parlamentare ucraino Dmytro Gurin ha lasciato detto nelle ultime ore all’agenzia di stampa Ukrinform che potrebbero esserci dei sopravvissuti: “abbiamo avuto informazioni che i rifugi sotterranei hanno resistito all’attacco, ma sembra che la gran parte di loro siano sopravvissute e stiano bene”.
Poi, poco dopo un’altra parlamentare, Olga Stefanyshyna, twitta “sono 130 le persone finora uscite vive dal teatro“.
Il rifugio antiaereo vicino al Mariupol Drama Theatre ha resistito – ha detto anche all’agenzia Ukrinform. Circa 130 persone sono già state salvate. I blocchi sono stati smantellati.
https://www.facebook.com/ukrinform.english/posts/5212863558766105
La conferma della presenza di civili nella struttura è arrivata anche da Human Rights Watch, secondo cui nella struttura erano ospitate almeno 500 persone.
https://www.facebook.com/HumanRightsWatch/photos/a.391286429353/10159803473144354/?type=3
Ma i russi, dal canto loro, continuano a negare di essere gli autori del bombardamento. La Russia avrebbe infatti smentito l’attacco affermando che le accuse siano false e che ad attaccare sia “stata la milizia ultranazionalista ucraina del Battaglione Azov“.
Quel che conta è che nessuno sa ancora è quali siano le conseguenze reali di questo ennesimo attacco. Quante le vittime? E i bambini?
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Fonti: BBC / Human Rights Watch / TASS