Guerra in Siria: a distanza di 11 anni milioni di bambini vivono nel terrore sotto le bombe

Nel silenzio generale da ben 11 anni milioni di bambini siriani vivono sulla loro pelle la brutalità della guerra e soffrono la fame. Non dimentichiamoci di loro

Mentre gli occhi del mondo sono puntati sull’Ucraina, alla prese con la guerra da più di due settimane, in Siria milioni di bambini sono costretti a vivere sotto le bombe e che non hanno più lacrime per piangere. E non da giorni o mesi, ma da oltre un decennio. Sono trascorsi, infatti, esattamente 11 anni da quando è scoppiato il sanguinoso conflitto siriano.

L’incubo ebbe inizio nel marzo del 2011, quando migliaia di cittadini siriani scesero nelle piazze piazze per protestare contro il presidente Bashar al-Assad e chiedere elezioni politiche libere, proteste che furono duramente represse con le armi. Così una rivoluzione pacifica si è trasformata in una guerra interminabile e sanguinosa, che continua a seminare morte e devastazione. Finora sono mezzo milione le persone rimaste uccise in questa follia: di questi oltre 160mila sono civili, come riportato dall’dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani.

Il dramma dei bambini siriani dimenticati

Soltanto lo scorso anno sono stati ben 424 i minori uccisi e 474 quelli feriti. E oggi circa 6,5 milioni di minori hanno bisogno di assistenza umanitaria, 2 milioni e mezzo non possono andare più a scuola e 800mila bimbi soffrono di malnutrizione: le cifre fornite da Save the Children e Unicef Siria sono terrificanti. Quei bambini che dovrebbero giocare felici e spensierati e imparare a leggere e scrivere sono costretti a sopravvivere in campi sudici, in abitazioni dilaniate dalle bombe e devono fare i conti con la fame e diverse malattie.

Anche passeggiare per le strade può diventare letale, a causa della presenza di mine antiuomo e ordigni inesplosi, una delle cause principale di morte per i più piccoli. Neanche le scuole sono sicure. Non è affatto raro che vengano prese di mira dai bombardamenti.

“Nel 2021, insieme ad Hurras Network, un nostro partner sul territorio, abbiamo registrato almeno 15 attacchi ad istituti scolastici in tutta la Siria nord-occidentale. Ad ottobre, tre bambini e un insegnante sono stati uccisi in un attacco mentre andavano a scuola” spiega l’Ong Save the Children.

E dal 2011 oltre 7.000 bambini e ragazzini sono stati reclutati e costretti a combattere, mentre almeno 6.850 sono stati barbaramente uccisi.

Milioni di persone al di sotto della soglia di povertà

Gli 11 anni di conflitto hanno drasticamente ridotto l’accesso agli alimenti, all’acqua e servizi di base, situazione che è andata ad aggravarsi per via della pandemia di Covid-19. Ad oggi il 90% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, la moneta nazionale ha perso il 78% del suo valore e i prezzi dei generi alimentari sono aumentati nel 2021 del 97%, come riferito da Unicef Siria.

Soltanto un terzo delle scuole e metà degli ospedali funzionano pienamente. Tantissime famiglie sono costrette a mandare a lavorare i propri figli in tenera età (il lavoro minorile nel Paese è al 22%.). A rendere ancora più drammatico lo scenario è la pesante siccità, che sta facendo abbassare il livello dei fiumi e aggravando la crisi idrica. Nel Paese sono circa 12 milioni le persone che non hanno accesso all’acqua potabile e a servizi igienico-sanitari di base.

La Siria è un inferno, come testimoniano le angoscianti immagini che arrivano dal Paese. Oggi, al posto di quel guizzo di allegria e di speranza, negli occhi dei bambini siriani si intravedono solo il terrore e la rassegnazione. Non dimentichiamoli.

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Fonti: UNICEF Siria/Save the Children

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