Stanno finendo le scorte di olio di girasole nel nostro Paese e la domanda che in tanti si stanno facendo in questi giorni è: con cosa sarà sostituito nei prodotti? Probabilmente assisteremo al "ritorno" dell'olio di palma e c'è chi spinge per quello "sostenibile". Ma esiste davvero?
Sembra proprio che dovremmo iniziare a fare a meno dell’olio di girasole che, fino ad oggi presente in tantissimi prodotti di uso comune (oltre che nelle nostre cucine), inizia a scarseggiare non riuscendo più ad arrivare dall’Ucraina.
In casa noi consumatori lo possiamo facilmente sostituire con altri grassi vegetali, in primis con olio extravergine d’oliva, ma la faccenda si complica se consideriamo l’industria alimentare che utilizza olio di girasole in un’ampia varietà di prodotti. Leggi anche: Olio di girasole: la lista dei prodotti che lo contengono (e in cui verrà sostituito)
Con cosa verrà sostituito?
Sembra sempre più probabile che un buon numero di aziende opteranno per una sostituzione con olio di palma. Come dichiarato anche ai microfoni di Radio24 da Franco Pugliese, amministratore delegato di Conad:
Il problema sarà più grave per l’industria alimentare, in quanto l’olio di semi di girasole è usato come addensante e componente di molti prodotti, come nel caso del biscottame e dei sottolio. Tutta l’industria sta procedendo alla sostituzione di quest’olio e, udite udite, uno dei sostituti sarà il tanto discusso e bistrattato olio di palma.
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Sulla questione è intervenuta anche l’Unione Italiana Olio di Palma Sostenibile che in una nota del presidente Mauro Fontana, auspica che in questa situazione d’emergenza “si scelga olio di palma sostenibile, l’unica valida alternativa all’olio di palma”.
Praticamente quello che si prospetta ora è un dietro front rispetto a questo grasso tanto controverso sia sul piano ambientale che su quello della salute. Come si legge nella nota:
La situazione di tensione sul mercato degli oli vegetali a causa del conflitto in Ucraina, paese che rappresenta il principale coltivatore di girasoli al mondo, obbligherà aziende che nel recente passato hanno scelto di abbandonare l’utilizzo di olio di palma ad approvvigionarsi di olii alternativi per far fronte all’inevitabile contrazione dell’offerta sul mercato e all’esaurimento delle scorte disponibili.
E poi continua:
Qualora le scelte di sostituzione ricadano sull’olio di palma, che si tratti di un ritorno o di un nuovo ingresso tra gli utilizzatori, il nostro auspicio è che non si vanifichino i notevoli risultati ottenuti grazie all’impegno della filiera domestica, che è riuscita ad orientare le produzioni e gli approvvigionamenti di olio di palma certificato sostenibile sul mercato italiano. Ci auguriamo quindi che gli approvvigionamenti di olio di palma siano rivolti esclusivamente alla sua versione certificata sostenibile, che ad oggi rappresenta la migliore e principale alternativa all’olio di palma convenzionale, sia in termini di sostenibilità ambientale che sociale.
Vi ricorderete sicuramente che negli scorsi anni vi era stata una grande attenzione sui danni ambientali e i possibili risvolti negativi per la salute dell’olio di palma. Situazione che aveva portato molte aziende (ma non la Ferrero per la realizzazione della sua Nutella) ad orientarsi su altre tipologie di grassi, di fatto sostituendo l’olio di palma presente in una gran parte dei prodotti con, appunto, olio di girasole (nella maggior parte dei casi).
Nel frattempo, ovviamente, l’olio di palma non è scomparso ma semplicemente non ne sentivamo più spesso parlare. In realtà rimane l’olio più utilizzato al mondo, presente non solo nel settore alimentare ma anche nella cosmesi e nei prodotti per l’igiene quotidiana.
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Sul fatto che, anche quello sostenibile, lo sia davvero abbiamo molti dubbi. Alla già gravissima deforestazione in corso che ha brutalmente rubato prezioso habitat naturale ai mammiferi in via di estinzione (con conseguente morte di numerosi animali) si va ad aggiungere la dinamica dello sfruttamento del lavoro minorile e non solo.
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Fonte: Unione Italiana Olio di Palma Sostenibile
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