Le associazioni sindacali denunciano: dietro l'etichetta degli "aiuti umanitari" si celano armi che alimentano il sanguinoso conflitto
Dovevano essere aiuti umanitari diretti alla popolazione civile dell’Ucraina, e invece erano armi: il carico in partenza dall’aeroporto Galileo Galilei di Pisa è stato bloccato dai lavoratori che si sono rifiutati di caricare i veicoli con fucili, munizioni ed esplosivi, dando un segnale forte di protesta contro le atrocità della guerra. E non è la prima volta che accade un episodio del genere.
L’Unione Sindacale di Base (USB) rende noto del fatto gravissimo avvenuto nei giorni scorsi e riportato dai dipendenti del Cargo Village che si trova all’interno dell’aeroporto civile. Da Pisa, come da altre città italiane, partono carichi di aiuti umanitari diretti all’Ucraina, ma non sempre tali aiuti sono davvero viveri, medicinali e generi di prima necessità per sostenere la popolazione civile: i lavoratori addetti al carico si sono trovati fra le mani casse piene di armi di ogni genere – dalle munizioni agli esplosivi fino ad armi da fuoco.
Vista la reale natura del carico in partenza, i dipendenti si sono rifiutati di far partire le casse e hanno denunciato il fatto all’associazione sindacale che chiede con fermezza alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto civile di bloccare immediatamente i voli di morte mascherati da “aiuti umanitari” e ai lavoratori di non caricare armi ed esplosivi che vanno ad alimentare la spirale di guerra che sta devastando il Paese e provocando migliaia di vittime militari e civili.
Inoltre, l’USB ha indetto una manifestazione pacifica per il prossimo sabato (19 marzo) alle ore 15.00, proprio nel piazzale dell’aeroporto Galilei, per protestare contro l’invio di armi al fronte ucraino: Dalla Toscana ponti di pace, non voli di guerra! è lo slogan dell’iniziativa.
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Fonte: Unione Sindacale di Base
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