ACEPER annuncia tre giorni di sciopero degli impianti fotovoltaici per accendere i riflettori sul valore delle rinnovabili

L’Associazione dei Produttori di Energie Rinnovabili si scaglia contro l'atteggiamento ambivalente del governo in materia di fonti alternative

L’Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili (ACEPER) ha annunciato lo spegnimento per tre giorni di 10.000 impianti fotovoltaici distribuiti sul territorio nazionale in grado di produrre oltre 900 GWh di energia elettrica pulita e di rispondere così al fabbisogno energetico equivalente a quello di sei grandi città (Napoli, Roma, Bologna, Bari, Palermo e Milano) messe insieme.

Un gesto eclatante che vuole essere un segnale di protesta forte nei confronti dell’atteggiamento ambivalente e poco chiaro del governo italiano, che da una parte spinge verso la transizione energetica e le fonti rinnovabili, ma dall’altra approva decreti legge che vanno in direzione opposta e rinsalda legami con i principali produttori mondiali di fonti energetiche fossili (come Algeria, Emirati Arabi, Qatar).

L’aumento vertiginoso del costo dell’energia, acuito dalla guerra in Ucraina, rischia di mettere in ginocchio il settore delle energie rinnovabili in Italia, paradossalmente quello che invece dovrebbe essere il ‘motore’ della conversione energetica italiana – denuncia in una nota Veronica Pitea, direttrice di ACEPER. – Se il Governo non modifica il “Decreto Sostegni ter” e l’articolo 36 collegato alla Legge di Bilancio 2020, prevedendo delle misure alternative per i produttori di energia da fonti rinnovabili (per esempio ‘revampare’ gli impianti, cioè sostituire le parti dell’impianto e ripararlo per riportarlo alla produzione ottimale), per noi diverrebbe insostenibile tenere aperti i nostri impianti e sarebbe più vantaggioso spegnere tutto piuttosto che lavorare in perdita.

Se divenisse concreta, la chiusura annunciata rappresenterebbe una minaccia pesante per diverse attività produttive sul territorio nazionale che da questi impianti traggono energia per andare avanti – dal settore agricolo a quello industriale fino all’artigianato. Inoltre, gli stessi impianti danno lavoro ad oltre 70.000 persone, che si troverebbero d’improvviso disoccupate.

Ecco perché ACEPER auspica il passaggio ad una diversa gestione della crisi energetica provocata dal conflitto russo-ucraino che possa portare ad una maggiore attenzione (anche dal punto di vista economico) rivolta alle energie rinnovabili, affinché queste possano acquisire un ruolo sempre più centrale nel panorama energetico del nostro Paese.

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Fonti: ANSA / Borsa Italiana

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