Dopo quasi un secolo di ricerche e sperimentazioni, anche un'impresa privata riesce in questo obiettivo, a costi relativamente contenuti
La società privata britannica Tokamak Energy, con sede a Oxford, ha annunciato il raggiungimento di un incredibile traguardo: per la prima volta, all’interno di una camera toroidale magnetica, è stata raggiunta la temperatura record di 100 milioni di gradi centigradi (180 milioni di gradi Fahrenheit), rappresentano quasi sette volte la temperatura del nucleo del Sole.
Il risultato è stato raggiunto dopo oltre mezzo secolo di studi ed esperimenti, che andavano nella direzione della produzione di energia elettrica partendo da una fonte praticamente illimitata e senza conseguenze per l’ambiente – una prospettiva allettante, se si pensa che attualmente dipendiamo ancora da fonti fossili altamente inquinanti, come petrolio e carbone.
Tokamak è un termine russo traducibile con camera toroidale magnetica: si tratta di una macchina a forma di ciambella dove un gas (solitamente idrogeno) si trova in uno stato caldo e rarefatto detto plasma e viene mantenuto lontano dalle pareti interne grazie ad un forte campo magnetico generato all’esterno del tubo. All’interno del tokamak è possibile dare vita a processi di fusione termonucleare controllata per la produzione dell’energia: i nuclei dei diversi atomi si fondono insieme liberando una grande quantità di energia (sotto forma di calore) senza la produzione di scorie radioattive tipiche dei processi di fissione nucleare – come nelle tradizionali centrali.
Facile a dirsi in teoria, ma molto più difficile nella pratica: infatti, ottenere e mantenere l’equilibrio fra i tre fattori principali nel processo – ovvero calore, pressione e tempo – è tutt’altro che semplice. Il primo esperimento tokamak fu messo a punto negli anni ’50 in Unione Sovietica: si trattava di un semplice anello cavo circondato da bobine responsabili del campo magnetico al suo interno, in cui venivano introdotti atomi di idrogeno che, portati allo stato di plasma, davano vita alla fusione nucleare. Da allora tanta strada è stata fatta per provare a produrre quantità interessanti di energia, maggiori di quelle necessarie per dare avvio alla reazione.
Negli ultimi settant’anni, la maggior parte dei tokamak messi a punto sono stati finanziati con fondi governativi, che hanno dato vita a macchinari dagli altissimi costi e non privi di rischi. Negli ultimi decenni, tuttavia, si è sviluppato un filone parallelo della ricerca, finanziato da imprese private – come appunto Tokamak Energy – che punta a reattori dai costi più contenuti e che possano essere messi in commercio.
I reattori costruiti con generosi fondi governativi hanno già raggiunto la soglia record dei 100 milioni di gradi nel processo di fusione, ma Tokamak Energy è il primo reattore “commerciale” ad aver tagliato questo traguardo con una spesa molto più contenuta: “solo” 50 milioni di sterline sono stati necessari per finanziare il progetto e la costruzione del reattore.
L’innovazione più importante apportata dall’impresa britannica risiede certamente nella forma data al tokamak: abbandonata la tradizionale forma a ciambella, il nuovo reattore ha una forma sferica che lo rende più compatto e più sostenibile dal punto di vista economico, poiché necessita di molte meno bobine per la creazione del campo magnetico al proprio interno (con il risultato di un campo più intenso).
L’azienda ora è al lavoro per migliorare ulteriormente il progetto e creare un nuovo tokamak ancora più avanzato, che sarà presentato fra qualche anno. L’obiettivo è quello di commercializzare questo dispositivo entro il prossimo decennio.
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Fonte: Tokamak Energy
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