Da Chernobyl all’oro alle Paralimpiadi, la commovente rivincita di Oksana Masters

Il coraggio e la determinazione dell'atleta paralimpica di Oksana Masters, vincitrice di 11 medaglie olimpiche, sono un invito a non mollare mai

Non ha più le gambe da quando era una bambina ed ha vissuto la sofferenza dell’abbandono parte dei suoi genitori. Una vita costellata di drammi e delusioni. Ma tutto questo non ha impedito a Oksana Masters di riuscire a realizzare i suoi sogni. La 32enne di origini ucraine, venuta al mondo con gravi malformazioni causate dalle radiazioni del disastro di Chernobyl, ha conquistato ben 11 medaglie olimpiche. Le ultime se l’è portate a casa qualche giorno fa alle Paralimpiadi di Pechino: un oro nella Parabiathlon sprint (categoria seduta) e un argento nello sci di fondo.

E le sue recenti vittorie hanno riacceso i riflettori sugli orrori provocati dal disastro nucleare del 1986. La giovane atleta, infatti, è una delle “figlie di Chernobyl”. Oksana Masters è nata nella città di Chmel’nyc’kyj, a pochi chilometri dalla centrale nucleare ed ha vissuto sulla sua pelle le devastanti conseguenze dell’incidente avvenuto tre anni prima della sua nascita. A causa delle radiazioni, Oksana è venuta al mondo con gravi malformazioni: sei dita per ciascun piede, cinque dita palmate su ogni mano e senza pollice, una gamba di circa 17 centimetri più corta dell’altra e un solo rene.

Come se non fosse già abbastanza da sopportare per una bambina, Oksana Masters è stata abbandonata dai suoi genitori. E in orfanotrofio è stata vittima di violenze sessuali e psicologiche. A salvarla dall’orrore la sua insegnante di logopedia, che ha deciso di portarla con sé negli Stati Uniti, dove tra i 9 e i 13 anni è stata sottoposta all’amputazione delle gambe e a una serie di altri interventi. Ma i suoi problemi fisici non l’hanno affatto scoraggiata. Ed è così che da adolescente si è avvicinata al mondo dello sport. E non si è fermata ad una sola disciplina. Nel giro di pochi anni è diventata un’atleta poliedrica, dedicandosi al canottaggio, allo sci di fondo, all’handbike e anche al calcio.

Grazie alla sua straordinaria tenacia e amore per lo sport sono arrivate le prime grandi soddisfazioni. Alle Paralimpiadi di Londra del 2012 ha conquistato il terzo posto sul podio nella sezione mista tronco/braccia doppio di canottaggio. Da quel momento la sua carriera è stata un continuo crescendo: tre medaglie nel biathlon, 5 nello sci di fondo e due ori nel ciclismo, conquistati a Tokyo 2020. Fino al meritatissimo oro vinto qualche giorno fa alle Paralimpiadi di Pechino nello Parabiathlon sprint, seguito da un argento nello sci di fondo.

Una vittoria fortemente simbolica per l’atleta di origini ucraine, orgogliosa delle sue radici.

Sono così fiera di essere ucraina – ha commentato Oksana Masters – tutto ciò che ho imparato come atleta, la resistenza, la lotta e il lavoro feroce, l’ho imparato dall’Ucraina”.

La sua straordinaria rivincita, nonostante tutti i bocconi amari della vita, è una grande lezione per tutti.

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Fonte: Oksana Masters (Facebook)

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