“Attualmente la popolazione non deve adottare particolari misure di protezione”, si legge nella nota. Ma intanto, nel letale gioco a scacchi della guerra, la Svizzera stila una vera e propria guida alla sopravvivenza
Indice
Dall’attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhya, anche moltissimi cittadini svizzeri si sono rivolti alle istituzioni con domande su come comportarsi in caso di emergenza nucleare. Domande su domande che hanno spinto la Confederazione Svizzera a pubblicare online un vademecum con le indicazioni previste per la protezione riguardo a rifugi, scorte di emergenza, app e le famose compresse allo iodio.
Una guida di tutto punto con la postilla essenziale: “attualmente, non ci sono le condizioni che rendano necessaria l’assunzione di misure di emergenza”.
L’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP), quindi, così come anche diversi cantoni e comuni, sono confrontati con quel grande numero di domande e hanno stilato una lista di informazioni sulla protezione della popolazione.
Ecco cosa si dispone:
Rifugi
Complessivamente, la Svizzera dispone di circa 365mila rifugi privati e pubblici e circa 9 milioni di posti protetti per i suoi abitanti, che corrispondono – si legge – “a un grado di copertura superiore al 100%“.
In situazioni normali i rifugi sono utilizzati per altri scopi, come cantine, depositi o locali per associazioni. In caso di bisogno possono essere commutati in breve tempo in rifugi per la protezione della popolazione. La preparazione dei rifugi, come lo sgombero e l’equipaggiamento, avvengono solo su ordine delle autorità. I rifugi sono progettati in modo da permettere un soggiorno breve o lungo (da qualche ora fino a diversi giorni).
Scorte d’emergenza
La popolazione deve poter provvedere al proprio sostentamento per diversi giorni senza aiuti esterni. A tal fine l’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE) raccomanda di tenere delle scorte d’emergenza sufficienti per circa una settimana. Queste dovrebbero comprendere in primo luogo alimenti a lunga conservazione e 9 litri d’acqua per persona nonché i medicinali più importanti.
Informazione, allerta e allarme
In caso di pericolo concreto, le autorità allertano la popolazione attraverso sirene e diramano le istruzioni di comportamento via radio.
Nous recevons actuellement de nombreuses questions en rapport avec l’intervention militaire de la Russie en #Ukraine. Vous trouverez des informations actuelles concernant la protection de la population ici : https://t.co/8Opb2gDlwb #Abri #ProvisionsDeSecours #ComprimésDIode pic.twitter.com/g2rI69kght
— BABS – OFPP – UFPP (@BABS_OFPP_UFPP) March 3, 2022
Compresse allo iodio
Le compresse allo iodio vengono impiegate in caso di grave incidente in una centrale nucleare con fuoriuscita di iodio radioattivo. Esse impediscono alla tiroide di assorbire lo iodio radioattivo e servono a prevenire il cancro alla tiroide. In caso d’incidente, devono essere ingerite per tempo. E si legge ancora che nei comuni in un raggio di 50 km attorno agli impianti nucleari svizzeri, le compresse allo iodio sono distribuite a titolo preventivo a tutte le persone che vi soggiornano regolarmente. Le farmacie e le drogherie all’interno di questo raggio conservano una riserva di compresse allo iodio.
In caso di perdita possono essere acquistate lì al prezzo di CHF 5.00. Nelle regioni oltre un raggio di 50 km da un impianto nucleare svizzero, i cantoni provvedono allo stoccaggio delle compresse allo iodio in modo da consentire l’approvvigionamento della totalità della loro popolazione in caso di evento grave. Attualmente le persone residenti all’esterno di questa zona non devono tenere scorte di compresse allo iodio.
In relazione alla situazione attuale, non vi sono scenari che rendano necessaria la distribuzione o l’assunzione delle compresse allo iodio. Attualmente la Confederazione rinuncia pertanto a ordinare misure di protezione previste per il caso di conflitto nucleare.
Che dire? Hanno pensato davvero a tutto. Eccessivo zelo o un chiaro e laconico si salvi chi può?
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Fonte: UFPP
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