Uno studio ha confrontato le misure che Governi europei stanno applicando per tentare di contenere l’aumento dei prezzi delle bollette delle famiglie. Ecco chi investe sulle rinnovabili e chi no
Il caro bollette ha travolto tutta Europa e i Governi stanno cercando di reagire con misure diverse per tentare di contenere l’aumento dei prezzi per le famiglie. Uno studio di Selectra le ha confrontate dimostrando che molti Paesi cercano ancora di salvarsi con le fonti fossili.
C’è chi taglia l’IVA, chi gli oneri di sistema, chi prevede bonus per famiglie a basso reddito, ma anche chi, purtroppo, continua a puntare sulle fonti fossili. La Francia, invece, punta dritto al nucleare. Solo il Portogallo abbandona definitivamente il carbone (mentre l’Italia pensa di usarlo di nuovo).
Dall’autunno 2021, l’aumento delle bollette è diventato un problema a livello europeo, ricollegabile principalmente all’aumento del costo del gas – sottolinea Antoine Arel, co-fondatore di Selectra Italia – Già dallo scorso anno i governi di numerosi Paesi si sono attivati con interventi mirati per contenere gli aumenti, introducendo bonus e tagliando tasse e oneri ove possibile, o ponendo limiti ai prezzi per i consumatori finali, con l’obiettivo di limitare gli aumenti dei costi in bolletta
Dallo studio emerge infatti una dipendenza, almeno dal gas, che stringe l’Ue in una morsa e che sta costringendo molti Paesi a interventi che, di fatto, ne costituiscono un incentivo: nel nostro, per esempio, è stata tagliata l’IVA sul gas e, come sappiamo, non si esclude la riattivazione di diverse centrali a carbone ormai dismesse.
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Misure invece contrapposte tra Francia e Germania: mentre il nostro “vicino di casa” punta sempre di più verso il nucleare, la Germania invece prevede nel 2022 la chiusura delle restanti tre centrali sul territorio, anche in controtendenza con la decisione dell’Ue di considerare green questa fonte di energia (anche se solo in certe condizioni).
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La Germania, inoltre, punta davvero sulle rinnovabili: ha tagliato infatti il contributo che i consumatori pagano per sostenere queste fonti di energia (misura parzialmente introdotta anche in Italia), ma mira ad azzerarlo completamente entro luglio 2022, ovvero un anno e mezzo prima di quanto inizialmente previsto. Ciò comporterebbe un risparmio annuo di circa 89€ per una famiglia media. In Austria tale tassa è stata invece sospesa con un taglio previsto di circa 100€.
La Spagna, il Belgio e l’Irlanda puntano invece soprattutto a sostenere le famiglie a basso reddito e vulnerabili con fondi a loro dedicati.
In generale comunque sì, purtroppo le fonti fossili sono ancora al centro delle politiche energetiche Ue e adesso è più che mai un problema.
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Fonte: Selectra
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