Questi ordigni, poco precisi, hanno un potenziale distruttivo enorme e per questo motivo il loro utilizzo è stato vietato nel 2008
L’attacco russo in Ucraina non accenna a diminuire la sua forza violenta: si contano ormai migliaia di morti fra russi ed ucraini, sia civili che militari, mentre quasi 700.000 persone hanno già lasciato il Paese e bussano disperati alle porte dell’Unione Europea. I pesanti bombardamenti russi, che non risparmiano obiettivi civili come ospedali o scuole, stanno mettendo a rischio la vita di migliaia di persone – molte delle quali sono bambini.
Attaccare scuole ed ospedali, come sta facendo la Russia, è un crimine contro l’umanità – come sottolineato dall’associazione umanitaria Amnesty International, che denuncia anche l’utilizzo di armi vietate come le bombe a grappolo. Tali ordigni sono poco precisi, ma dall’elevato potere distruttivo: dopo la prima esplosione, infatti, disperdono una serie di bombe più piccole (submunizioni dette bomblets), che trasformano l’area circostante in un vero e proprio campo minato. Le persone, quindi, muoiono sia in conseguenza dell’esplosione che per effetto delle mine inesplose. L’utilizzo delle bombe a grappolo è attualmente vietato dalla Conferenza di Oslo del dicembre 2008, sottoscritta da 84 Paesi – fra cui non compaiono Stati Uniti, Russia, Cina e Ucraina.
L’associazione ha lanciato un appello sul web per chiedere al ministro della difesa russo, Sergei Shoigu, l’immediata cessazione delle ostilità ed il rispetto del diritto internazionale umanitario, per salvare la vita delle migliaia di civili ucraini che in questo momento sono minacciati dai bombardamenti ma anche dal freddo, dalla scarsezza di viveri e di medicinali, dal terrore.
Gli attacchi a oggetti protetti come ospedali e scuole, l’uso di armi esplosive con effetti ad ampio raggio, come missili balistici e artiglieria in aree civili, e l’uso indiscriminato di armi vietate come le bombe a grappolo, possono costituire crimini di guerra– si legge nel testo della petizione. – La Federazione Russa agisce in palese violazione dei propri obblighi ai sensi del diritto internazionale. Le sue azioni sono palesemente contrarie alle regole e ai principi su cui è stata fondata l’Onu. Sta abusando della sua posizione di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per proteggersi dalla responsabilità.
È possibile dare il proprio contributo firmando la petizione a questo link.
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Fonte: Amnesty International
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