Gravissima infestazione di processionaria, la peggiore degli ultimi 10 anni in Trentino – Alto Adige

Nelle province autonome di Trento e Bolzano ed in molti comuni della Val Venosta è tornata la processionaria più numerosa che mai

Con l’inizio del mese primaverile rispunta la processionaria ed in Trentino – Alto Adige è già emergenza per la più grave invasione degli ultimi 10 anni. Questo lepidottero ricoperto da una peluria urticante è considerato pericoloso per l’uomo e specialmente per gli animali e al momento alcune pratiche per contenere i nidi non servono. (Leggi: La processionaria è tornata e vi spieghiamo perché sparare ai nidi non serve)

Con le prime ondate di caldo e gli inverni che si fanno sempre più miti, la schiusa dei nidi sta avvedendo con largo anticipo e la Ripartizione Foreste della Provincia autonoma di Bolzano aveva già lanciato l’allarme agli inizi di gennaio, avvistando le prime consistenti infestazioni sui pini del territorio, dei cui aghi si nutrono le larve della processionaria, indebolendo gli alberi.

Ogni inverno gli ispettorati forestali svolgono controlli per verificare lo stato delle infestazioni da processionaria del pino nei boschi della provincia. Le falene vengono attirate con trappole a feromoni e la popolazione viene poi quantificata. Quest’anno si registra un aumento consistente. Ciò è dovuto principalmente al bel tempo dell’anno scorso”

ha affermato l’assessore Arnold Schuler nel comunicato della Provincia di Bolzano che sta valutando tutte le misure possibili per arginare il problema alla base. La Ripartizione Foreste aveva già investito oltre 150.000 euro per “l’arricchimento delle foreste di pino nero con legno duro” in quanto le infestazioni riguardano l’Alto Adige dal 1822 in cui venne emessa la prima ordinanza contro la processionaria.

Gli esperti credono che “per combattere le larve della processionaria a lungo termine la misura più efficace è convertire le foreste costituite esclusivamente da pino nero in foreste miste ricche di latifoglie“. I rischi di una infestazione così cospicua come quella di queste settimane sono troppo elevati. Nella zona trentina vi è stato di recente il ricovero di un pointer inglese che ha annusato le processionarie.

I rischi per le persone

Noi umani possiamo venire in contatto con i peli urticanti della processionaria che vengono facilmente trasportati dal vento e che possono rimanere sui nostri vestiti, provocando dolorose irritazioni cutanee a cui possono seguire anche vescicole e bolle. L’inalazione dei peli infiamma e compromette le vie respiratorie, così come l’indigestione che si manifesta mediante dolore addominale e vomito.

I rischi per i cani

Particolarmente esposti alla processionaria sono i cani che tendendo naturalmente ad annusare il terreno, potrebbero imbattersi nella processionaria o schiacciarla con le zampe, motivo per cui andrebbero tenuti sempre a guinzaglio. Il contatto con i peli della processionaria provoca l’ingrossamento della lingua che potrebbe soffocare anche l’animale se non si interviene per tempo o andare in necrosi per via della distruzione dei tessuti cellulari che i peli del lepidottero provocano.

Il primo segnale d’allarme è l’improvvisa salivazione nell’animale causata dall’infiammazione della bocca che si estende poi all’esofago e allo stomaco. Se si sospetta che il proprio cane sia entrato in contatto con la processionaria bisogna rivolgersi d’urgenza ad un medico veterinario o al pronto soccorso veterinario più vicino.

Fonte: Ufficio Stampa Provincia autonoma di Bolzano

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