Dove dovrebbero andare a finire i controversi rifiuti nucleari in Italia? Ecco la mappa con tutte le zone considerate potenzialmente idonee per il deposito
Della sorte dei rifiuti nucleari italiani si parla ormai da anni. Una questione controversa che crea non poco timore tra i cittadini, considerati i rischi per l’ambiente e la salute. Ma soltanto qualche settimana fa è stata finalmente resa nota la mappa con le zone potenzialmente idonee, dove verranno depositate le scorie nucleari a bassa e media intensità. In totale sono 67 i luoghi indicati nella Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), pubblicata dal Ministero della Transizione Ecologica. E proprio domani a Roma si terrà l’incontro “Dalla Cnapi alla Cnai. A che punto siamo?”, in vista del seminario nazionale che avrà luogo tra circa due mesi.
#informazioneambientale: Commissione Scientifica sul Decommissionig“Dalla CNAPI alla CNAI: a che punto siamo?”Venerdì…
Posted by AssoCEA Messina APS – Centro di Educazione Ambientale on Tuesday, February 22, 2022
Per Cnai si intende, infatti, l’aggiornamento della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee sulla base di quanto emerso durante la consultazione pubblica. A trasmetterla sarà la Sogin, la società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari del nostro Paese.
La mappa con le aree potenzialmente idonee
Ma quali sono quindi le aree considerate potenzialmente idonee al trasferimento delle scorie nucleari? Come anticipato sono 67 in tutto, disseminate in 7 Regioni. Ecco dove si trovano:
- Piemonte: 8 aree tra le province di Torino e Alessandria (comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo)
- Toscana e Lazio: 24 zone tra Siena, Grosseto e Viterbo (comuni di Pienza, Campagnatico, Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano)
- Sardegna: 24 aree della provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei)
- Basilicata e Puglia: 17 zone tra le province di Potenza, Matera, Bari, Taranto (comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso)
- Sicilia: 4 aree localizzate nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta (comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera).
Di seguito la mappa disponibile sul sito del Deposito Nazionale:
☢️ #RifiutiRadioattivi #SitiDiStoccaggio #DepositoNazionale ☢️"La pubblicazione della #Cnapi, con l’elenco dei 67…
Posted by Pagina Ambientale – Reggio Emilia on Wednesday, January 6, 2021
Nell’arco dei prossimi due mesi continuerà il dibattito pubblico vedrà la partecipazione di enti locali e di ricerca, associazioni, sindacati, università per dare il via alla costruzione del deposito nazionale, che sarà costruito all’interno di un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco Tecnologico. Quest’ultimo sarà un centro di ricerca applicata e di formazione nel campo del dello smantellamento nucleare, della gestione dei rifiuti radioattivi e della radioprotezione, oltre che della salvaguardia ambientale.
Intanto da Nord a Sud, sindaci e associazioni stanno portando avanti la loro battaglia contro la lista dei siti idonei.
La pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi conferma quello che abbiamo da sempre temuto. – ha commentato l’associazione Antinulcleare – Scanziamo Le Scorie –Anche la Basilicata è coinvolta nella scelta per l’individuazione del deposito. L’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie conferma la posizione motivata da sempre. NO ALLE SCORIE. Il territorio della Basilicata non è idoneo ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. La Regione Basilicata e gli Enti coinvolti facciano risentire nuovamente e con forza la loro contrarietà a qualsiasi ipotesi di ubicazione nel nostro territorio. Nei prossimi giorni terremo iniziative di informazione e controinformazione per scongiurare tale ipotesi che pregiudicherebbe l’economia locale in particolare il turismo e l’agricoltura. Per le Istituzioni locali che sono coinvolte e che vogliono mobilitarsi mettiamo a disposizione l’esperienza dell’Associazione Antinucleare.
Non si è fatto attendere il commento del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, che dopo aver appreso della mappa, ha dichiarato:
“Apprendiamo che le campagne di Trapani saranno destinate a deposito di rifiuti radioattivi italiani. Sconosciamo l’argomento e la cosa ci preoccupa non poco perché in periodo di pandemia il governo richiama alla responsabilità sanitaria dei sindaci, tranne quando si ha l’esigenza, nemmeno informando la locale autorità sanitaria, di trovare silente una discarica? Non ci stiamo” .
A esprimere perplessità sul piano previsto dall’Italia anche l’associazione Greenpeace, che ha spiegato che non condivide la strategia in quanto “basata sull’unica ipotesi di dotarsi di un solo Deposito Nazionale che ospiti a lungo termine i rifiuti di bassa attività e, “temporaneamente”, i rifiuti di media ed alta attività”. Secondo Greenpeace, un deposito nazionale potrebbe avere una serie di gravi conseguenze. Tra questi vi sarebbe la decisione di “nuclearizzare” un nuovo sito vincolandolo a lungo termine alla presenza di scorie pericolose.
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Fonti: Deposito Nazionale/MiTE
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