Stanca di chi strumentalizza la sua vitiligine dipingendolo come un dramma, l'attrice Kasia Smutniak è intervenuta con un post su Instagram, invitando tutti a non farsi condizionare da chi vede dei difetti al posto dell'unicità
“Ma come si è ridotta?”, “Irriconoscibile”: sono soltanto alcune delle espressioni apparse sui quotidiani in riferimento all’attrice Kasia Smutniak. No, niente a che vedere con ritocchini estetici. Negli articoli in questione si parla di vitiligine, la malattia dermatologica di cui è affetta l’artista di origini polacche. I titoloni ne parlano come se fosse un vero e proprio dramma, con frasi come “Distrutta dalla malattia” e “L’assurda rivelazione”. Peccato, però, che Kasia Smutniak non abbia mai vissuto la vitiligine come un disagio o una sofferenza, ma l’abbia raccontata sempre con grande leggerezza e ironia.
Così ho scoperto sulla mia ‘pelle’, cosa sono i ‘clickbait’, la pseudoinformazione che fa leva sull’aspetto emozionale, distorcendo la realtà. – ha commentato l’attrice in un post su Instagram – Una realtà della quale si parla poco o niente. Ma forse dovremo cominciare.
Stanca di leggere articoli sensazionalistici che strumentalizzano la sua storia, è intervenuta mettendo tutti a tacere con una risposta esemplare:
Anni fa un dottore tibetano mi ha detto che sono come un serpente, mi sto trasformando, sto cambiando pelle. All’epoca non volevo ‘trasformarmi’, pensavo tutto dipendesse dalla mia volontà. Però allo stesso tempo ero attratta dalle unicità degli altri. La mia non è una storia né triste né tragica né tantomeno orripilante. È stato un percorso lungo ma bellissimo, a tratti anche comico. Ne ho condiviso solo un pezzetto, portando avanti un messaggio positivo e sperando che la mia testimonianza potesse dare forza a tante persone con la mia stessa particolarità o senza. È stato bello scoprire quanta importanza diamo alle nostre fragilità, quanto queste possano plasmare le nostre vite e quanto è bello liberarsene. Passare oltre, evolvere, cambiare non solo la pelle ma anche la percezione che abbiamo di noi stessi. Quindi figuriamoci quanto poco impatto possa avere su di me, ora, un articolo di un giornale… ‘Trauma’, ‘come si è ridotta’, ‘irriconoscibile’, ‘ tragedia’, sono spesso le parole che vengono accostate, al mio aspetto fisico. Beh anche questo mi fa sorridere. Perché in realtà mi sento forte, amata e bella, dentro e fuori. Però vorrei andare oltre questa semplificazione.
Da quando si è accorta dei primi segni di vitiligine sul suo corpo, Kasia Smutniak ha capito che quella condizione non era affatto motivo di vergogna. Anzi, ha sempre parlato della sua malattia con grande apertura e autoironia, nella speranza di abbattere un tabù della diversità che porta a far sentire sbagliato chi ne è affetto.
La vitiligine non è altro che una patologia (non contagiosa) della pelle che si manifesta con la comparsa di chiazze bianche, dovute alla scomparsa della melanina a causa di un processo autoimmune. Per chi l’ha accettata non rappresenta un problema. Il vero problema, in realtà, è chi discrimina le persone che ne soffrono, specialmente i soggetti più fragili e sensibili, come gli adolescenti, alle prese con mille complessi.
A chi deve fare i conti con la vitiligine o con tutto ciò che viene etichettato dalla società come un “difetto”, fonte di vergogna o disagio, Kasia Smutniak ha deciso di lanciare un messaggio per infondere coraggio ed esprimere la sua solidarietà:
Penso a chi sta affrontando un percorso, pieno di dubbi, difficoltà e dolore, che legge un articolo del genere, magari la mattina facendo colazione e scopre qual è stata la vera tragedia nella vita di una certa Smutniak (Sputnik, Smushtac, Muniack.. fai tu)
A questa persona rivolgo le mie parole: non mollare. Non farti condizionare dalla stupidità degli altri, non ne vale la pena, capisci? La Smutniak sta da dio, e te lo dice lei di persona. Guarda oltre, scava dentro di te, scoprirai la forza e la bellezza che nessuno potrà più mettere in discussione. ‘Cambia pelle’. Sii serpente.
Il vero male non è affatto la vitiligine, ma chi si ferma all’apparenza e chi non riesce ad accettare l’unicità dell’altro.
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Fonte: Kasia Smutniak (Instagram)
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