Nel 2020, più di tre miliardi di mascherine monouso sono state gettate ogni giorno in tutto il mondo. L’evento australiano del Clean Up Day quest’anno lancerà un progetto nazionale di Citizen Science per misurare l’entità dei rifiuti rappresentati proprio dalle maschere facciali
Tutti insieme per rimuovere quante più mascherine possibile dall’ambiente! È questo il motto del Clean Up Australia Day: il 6 marzo prossimo, ai volontari dell’organizzazione verrà chiesto di raccogliere e contare tutte le mascherine da strade, spiagge, sentieri, parchi e riserve di tutto il Paese. Lo scopo? Misurare, dati alla mano, quanto stanno inquinando questi dispositivi, in una sorta di Citizen Science.
La plastica nelle maschere usa e getta può richiedere fino a 450 anni per degradarsi e molti sono i ricercatori che hanno avvertito che quelle stesse maschere monouso, che vediamo ormai disseminate in ogni dove, potrebbero rilasciare inquinanti chimici e nanoplastiche nell’ambiente.
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E non solo, entrate nella nostra quotidianità, se gettate non correttamente le maschere per il viso usa e getta sono particolarmente pericolose anche per gli uccelli e la vita marina.
I nostri problemi ambientali non sono scomparsi a causa del Covid, ma sono aumentati a causa della montagna di spazzatura che è stata creata. Ecco perché stiamo incoraggiando il maggior numero possibile di australiani a partecipare al Clean Up Australia Day domenica 6 marzo, spiega la presidente della CUA, Pip Kiernan.
Durante il Clean Up Australia Day i volontari smaschereranno nel vero senso della parola l’impatto del problema calcolando il numero di mascherine raccolte.
Le mascherine usa e getta inquinano, gli studi
Secondo i ricercatori della Swansea University, le mascherine usa e getta trascinano con loro altissimi livelli di inquinanti potenzialmente dannosi all’interno delle loro fibre a base di silicio e plastica, tra cui piombo, antimonio e rame.
QUI trovi la ricerca completa.
Anche il College of Engineering dell’Università ha scoperto che le particelle si staccavano “facilmente” dalle maschere e finivano nell’acqua, il che suggeriva che le particelle fossero “meccanicamente instabili e pronte per staccarsi“.
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Fonte: Clean Up Australia
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