La prima modella con sindrome di down di Victoria’s Secret (e quello che non vi stanno raccontando)

La maison di lingerie più famosa al mondo lancia una nuova collezione dedicata all'inclusività, per tutte le sfaccettature delle donne

Il mondo della moda ha abituato i nostri occhi a corpi statuari, a modelle magrissime dalla vita stretta e dalle gambe lunghe, a volti immacolati senza l’accenno di una ruga – insomma, ad un ideale di bellezza distante dalla realtà, irraggiungibile, che negli anni è stato oggetto di non poche critiche. Ma finalmente le cose sembrano cambiate e molti passi (ma non ancora abbastanza!) sono stati fatti nella direzione di una moda più inclusiva, più aderente alle mille sfaccettature della vita quotidiana, alle esigenze concrete delle donne. In poche parole, più vera.

Il colosso americano della lingerie, Victoria’s Secret, si è distinto negli anni scorsi per la scelta di modelle perfette che potessero dare corpo agli “angeli” della maison, sulle quali tripudi di pizzo e merletti cadessero a pennello – distanti anni luce dalla maggior parte delle donne che si avvicina all’acquisto dei prodotti. Proprio per la sua ricerca spasmodica della perfezione e la diffusione di ideali di bellezza non sani, il brand ha subito accuse sessismo, razzismo e misoginia; non sono mancati scandali e denunce di ex-modelle, che hanno parlato di un clima lavorativo infernale fatto di diete estreme e pressioni psicologiche.

Tutto questo per molto tempo non ha scalfito la linea di marketing adottata dal brand, che ha continuato imperterrito a proporre immagini angeliche e demoniache allo stesso tempo, dimostrazione di una bellezza che noi umani non potremo mai raggiungere. Solo il recente crollo delle vendite subito negli ultimi anni ha imposto un cambio di rotta e l’adozione di una nuova filosofia, in apparenza più inclusiva e tollerante verso la fisicità e la diversità di ogni donna.

Ecco, quindi, spiegata sotto una nuova luce, la scelta di modelle molto diverse fra di loro per età, etnia, trascorso e, soprattutto, fisicità: un tentativo del marchio degli angeli di farsi più vicino a tutte le donne, di rappresentare con volti diversi la storia di tutte le potenziali acquirenti, e di provare così a riscattare la propria immagine in un mondo in cui ora parlare di self-love e body positivity non è più un tabù.

(Leggi anche: Victoria’s Secret, addio alle Angels: al posto delle modelle, un collettivo di donne di successo)

E veniamo all’ultima arrivata nel campionario delle modelle a fare la sua comparsa, la giovanissima Sofia Jirau, 25 anni, portoricana. Una splendida ragazza dalle forme generose e dal sorriso contagioso portatrice di una particolarità finora mai entrata nel mondo fatato della lingerie di lusso: ha la sindrome di Down. Sofia lavora già da anni nel mondo della moda, dove ha collaborato con diverse maison, e ha al suo attivo anche la partecipazione alla New York Fashion Week del 2020.

Un giorno l’ho sognato, ci ho lavorato e oggi è un sogno che si avvera – ha scritto la modella in un post su Instagram. – Grazie a tutti voi per sostenermi sempre nei miei progetti. Grazie a  Victoria’s Secret per avermi visto come una modella #NoLimits e avermi reso parte della campagna di inclusione della Love Cloud Collection. Questo è solo l’inizio, ora è formato! Dentro e fuori non ci sono limiti, Alavett!

Insieme a lei, altre 17 donne presteranno il loro corpo alla nuova campagna del brand, Love Cloud Collection, dedicata alla bellezza inclusiva. Inutile dire che lo slogan di questa campagna, in uscita proprio oggi, è #NoLimits – senza limiti. La comunicazione che si vuole passare fra le righe è che noi abbiamo la possibilità di realizzare qualunque obiettivo, e che gli unici limiti sono quelli che ci poniamo da soli. Un bel messaggio, senza dubbio – peccato che venga da un brand che fino a pochi anni fa ha provato in tutti i modi a far sentire le donne inadeguate, non all’altezza di una femminilità e di una seduzione esibite come inarrivabili.

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Fonte: Instagram

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