148 frane e ulteriori temporali sono previsti nei prossimi giorni.
Le immagini che arrivano dal Brasile sono impressionanti e mostrano tutta la forza di una crisi climatica sempre più mortale.
Una forte tempesta ha colpito Petrópolis, nello stato di Rio de Janeiro in Brasile, martedì pomeriggio, provocando inondazioni improvvise e smottamenti. Secondo i vigili del fuoco, almeno 23 persone hanno perso la vita e sono 50 i punti di allagamento.
La Protezione Civile sta lavorando per far fronte all’emergenza, ma non è facile accedere a gran parte della città: le strade sono completamente inondate e sono previste altre piogge nei prossimi giorni. Purtroppo, ci sono aree dove i soccorsi non sono riusciti ad arrivare, una situazione che rende impossibile localizzare e aiutare le potenziali vittime.
https://twitter.com/JjongVanilla/status/1493694840177106951
La prefettura ha dichiarato lo stato di pubblica calamità e le lezioni scolastiche sono state sospese. Le immagini che circolano sui social mostrano le auto travolte dall’acqua e dal fango, le strade bloccate e gli alberi caduti. Martedì pomeriggio è stato registrato un record di precipitazioni (258 mm, valore superiore alla media prevista per l’intero mese, ossia 238,2 mm).
Secondo la Protezione Civile, sono 77 le persone ricoverate nei punti di soccorso organizzati nelle scuole della città. Gli ospedali, infatti, sono pieni di feriti ed è stato quindi necessario attrezzare ulteriori aree dedicate alle vittime.
Stiamo attraversando una situazione estremamente grave e tutti gli sforzi sono volti a garantire l’aiuto della popolazione.
ha dichiarato il sindaco Eduardo Paes.
Purtroppo, non è la prima volta che lo stato di Rio viene colpito da una calamità di questo tipo. Qui, nel 2011, 900 persone hanno perso la vita a causa di un’alluvione, la più grande tragedia climatica che ha colpito il Brasile.
https://twitter.com/GovRJ/status/1493781751117844480
Se la crisi climatica avanzerà ai ritmi attuali, purtroppo dovremo abituarci sempre più spesso a tragedie di questa portata. E non solo dall’altra parte del mondo…
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