Una bici e migliaia di chilometri da percorrere sui ghiacci del Nord del mondo per salvare il pianeta una pedalata alla volta
Il Giro del Mondo Artico in bicicletta per portare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla crisi climatica: è l’impresa del ciclista Omar Di Felice, che è partito pochi giorni fa da Kamchatka, al confine tra Russia e Oriente, per un’avventura che lo porterà in Alaska, passando per Finlandia, Svezia e Norvegia, Groenlandia e Canada.
Un viaggio lungo 4000 km che, salvo imprevisti, terminerà a fine marzo; è possibile seguire la spedizione di Omar grazie a un apposito sito. L’impresa fa parte del progetto “Bike to 1.5°C”, lanciato in occasione della scorsa COP26, quando Omar ha raggiunto Glasgow da Milano, sempre in bicicletta.
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La spedizione ora si svolge in una delle aree più a rischio del Pianeta sotto un profilo ambientale, le regioni più colpite dai cambiamenti climatici. L’Artico si riscalda a una velocità doppia rispetto al resto della Terra, di circa 1°C ogni decennio. Secondo uno studio su pubblicato su Nature, si prevede che l’erosione costiera lungo le coste del permafrost continuerà a ritmi elevati o addirittura accelererà in risposta all’ulteriore riscaldamento climatico.
Da qui è nata l’urgenza dell’associazione Italian Climate Network di sostenere l’impresa di Omar. L’organizzazione, nei prossimi due mesi di viaggio, approfondirà con il ciclista i i tanti aspetti legati ai cambiamenti climatici dei Paesi del Polo Nord, con dirette insieme a scienziati, climatologi, geografi, politologi, ricercatori ed esperti di turismo sostenibile, toccando diversi temi, tra i quali: il ruolo dei media per la sensibilizzazione sui temi dei cambiamenti climatici, gli interessi geopolitici dei territori artici, clima ed emissioni, il ruolo della scienza nel monitoraggio della fusione dei ghiacci e tanti altri. Ci saranno inoltre degli approfondimenti che verranno affrontati dalla responsabile scientifica del progetto su LinkedIn nella storyline dell’avventura.
Il compito più difficile in questo periodo storico, tra crisi pandemica e crisi climatica, è quello di riuscire a fare un po’ di chiarezza nel mare magnum di informazioni a cui siamo continuamente esposti. – dichiara Marirosa Iannelli, Coordinatrice Clima e Advocacy di Italian Climate Network e responsabile scientifica del progetto Bike to 1.5°C – A volte è stancante anche per gli esperti orientarsi in mezzo a tanti input, a fake news e informazioni approssimative, parziali. C’è bisogno di spiegare bene e in modo semplice, ma c’è bisogno anche di affascinare, incuriosire, portare le persone a sentirsi responsabili dei luoghi che abitiamo e di ciò che sta accadendo. Così dalla COP26 ho deciso con Italian Climate Network di occuparmi del coordinamento scientifico del progetto di Omar Di Felice, atleta che vi invito a seguire, che attraverso le sue avventure in bici ci porta alla scoperta del mondo e di come stia cambiando, con racconti, immagini e video davvero incredibili
Secondo Italian Climate Network, l’applicazione corretta della scienza e l’impegno di tutti a diversi livelli, dalla politica internazionale al singolo cittadino, sono l’unico modo per ridurre l’impatto di rischi gravi per l’essere umano e la natura nei prossimi decenni. Per comprendere la scienza e attivarsi c’è però anche bisogno di fiducia, speranza e ispirazione, che ritroveremo attraverso i racconti di Omar, una pedalata dopo l’altra.
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