Circa 8000 tonnellate rifiuti che una ditta italiana aveva esportato illegalmente in Tunisia stanno per essere rimpatriati in Italia
Stanno per fare rientro in Italia circa 6000 tonnellate di rifiuti. Gli stessi che erano stati esportati illegalmente in Tunisia da una ditta campana. Negli scorsi mesi lo scandalo del traffico illegale di immondizia era rimbalzato sui quotidiani, soprattutto a seguito di vari incendi, fra cui il più recente divampato lo scorso dicembre in un magazzino, dove sono andati in fumo 70mila container di rifiuti. Tutti italiani.
Qualche giorno fa, finalmente, l’Italia e la Tunisia hanno raggiunto un accordo che prevede la restituzione di circa 212 container, contenenti 8000 tonnellate di immondizia, come confermato dal ministro degli Affari esteri tunisino Othman Jerandi, nel corso di una conferenza stampa. Attualmente i rifiuti urbani indifferenziati esportati dalla società di stoccaggio Sra, con sede a Polla (in provincia di Salerno), si trovano presso il porto di Sousse, capoluogo dell’omonimo governatorato tunisino.
Ma a quali spese verrà effettuato il rimpatrio di questi rifiuti? La Regione Campania pretende che sia la società Sra a farsi carico del trasporto, ma anche del corretto smaltimento. Ma dal canto suo l’azienda è convinta che si tratti di pretese illegittime. Il caso va avanti dall’estate del 2020, quando le dogane tunisine scoprirono nel porto di Sousse i rifiuti italiani, nonostante la loro esportazione sia vietata dalla legge tunisina ma anche dalle convenzioni internazionali.
E un’altra domanda che ci preme è: dove finiranno tutti questi rifiuti?
In Campania sarebbe già stato individuato un sito dove, con la proverbiale formula del deposito temporaneo, 8mila tonnellate di rifiuti e veleni resteranno in giacenza per chissà quanti anni. – spiega Piernicola Pedicini, deputato al Parlamento Europeo nella Circoscrizione Meridionale – Rifiuti partiti via mare senza che la Regione esercitasse alcun controllo sulla loro natura e sulla effettiva pericolosità, che ora torneranno in Campania per avvelenare chissà quali territori e quali comunità. Oltre che di palese omissione di controllo da parte della Regione Campania siamo in presenza di gravi violazioni della convenzione di Basilea, della Convenzione di Bamako e del Regolamento Spedizione dei Rifiuti, che proibisce l’esportazione di rifiuti tossici o pericolosi verso paesi del Sud. Fatti gravissimi e inquietanti che insieme alla Consigliera Regionale Marì Muscarà abbiamo denunciato più volte, anche chiedendo alla Commissione Europea come intenda agire affinché i rifiuti vengano esaminati e caratterizzati prima della partenza e cosa intenda fare al fine di chiarire come mai sia stato commesso questo errore.
𝐑𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐓𝐮𝐧𝐢𝐬𝐢𝐚 𝐨𝐫𝐚 𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐂𝐚𝐦𝐩𝐚𝐧𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐥𝐞𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢I #rifiuti raccolti da un’azienda…
Posted by Piernicola Pedicini on Thursday, January 27, 2022
Basta traffico illecito di rifiuti! La Tunisia non è la nostra discarica
Sulla vicenda venne aperta in Tunisia un’inchiesta e furono indagate circa 20 persone per corruzione, fra cui i funzionari della dogana tunisina e l’ex ministro dell’ambiente, Mustapha Aroui, che è finito sotto arresto. Il proprietario della ditta importatrice si è dato alla fuga e al momento su di lui pende un mandato di cattura internazionale.
Una vergognosa vicenda in cui è coinvolto il nostro Paese e che non ci rende affatto onore. La Tunisia non può essere la nostra discarica.
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