Un nuovo documentario racconta cosa vuol dire essere hikikomori (al tempo della pandemia)

"Essere Hikikomori. La mia vita in una stanza" illumina sul mondo sommerso di questo disturbo che attanaglia i più giovani

“Essere Hikikomori. La mia vita in una stanza” è la produzione Sky che illumina sul mondo sommerso e preoccupante di questo disturbo che attanaglia i più giovani

Hikikomori è un termine giapponese, che da qualche anno ha preso piede anche in Italia: letteralmente vuol dire “stare in disparte” e indica un fenomeno giovanile sommerso quanto preoccupante. Si tratta di ragazzi giovani, talvolta giovanissimi (hanno un’età compresa fra i 14 e i 30 anni) che scelgono volontariamente di isolarsi dal mondo, tagliano ogni rapporto sociale e vivendo nelle quattro mura della loro cameretta.

Ora un nuovo documentario prodotto da Sky tenta di fare luce su questo mondo che si cela dietro tendine con gli orsetti e tapparelle perennemente abbassate: è Essere Hikikomori. La mia vita in una stanza e andrà in onda sul canale Sky Documentaries domani, sabato 29 gennaio 2022. I protagonisti della narrazione sono quattro ragazzi hikikomori italiani – Alessio, Alessandro, Davide ed Eva: essi hanno scelto di vivere la loro intera vita nella stanzetta di casa e di non uscirne per nessun motivo.

(Leggi anche: Hikikomori: aumenta con la pandemia il fenomeno dei giovani chiusi in camera per paura del mondo)

Non hanno idea di che giorno sia, del passare del tempo, non hanno obiettivi né uno scopo nella vita. Diversamente dai loro coetanei, non amano uscire e non trascorrono il tempo libero in compagnia degli amici. Dormono tutto il giorno, mentre il mondo va avanti senza di loro, e vivono di notte una vita fatta di relazioni virtuali, dietro la protezione dello schermo, perché così si sentono meno giudicati.

Gli hikikomori sono ragazzi molto intelligenti e dotati di grande sensibilità: il temperamento timido e timoroso del giudizio altrui impedisce loro di avere delle relazioni sociali sane e soddisfacenti (spesso sono vittime di bullismo), o di affrontare con il giusto spirito le difficoltà e le delusioni che fanno parte della vita; inoltre, si sentono oppressi dalla società, di cui sviluppano una visione profondamente negativa e da cui tentano in ogni modo di fuggire.

Il documentario parte dal racconto di queste vite per indagare le cause sociali e familiari di un fenomeno che la pandemia ha solo acuito e portato ad una maggiore diffusione: l’isolamento sociale provocato dal lockdown e l’aumento del tempo trascorso davanti agli schermi di tablet e smartphone hanno portato sempre più ragazzi ad isolarsi in loro stessi, chiudendo per sempre i battenti al mondo – anche la dipendenza da internet e dai social viene infatti indicata come causa e conseguenza al tempo stesso del fenomeno hikikomori.

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Fonti: ANSA / Hikikomori Italia

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