In questo modo dosaggi e effetti collaterali non tengono conto delle caratteristiche e dei cambiamenti della sfera femminile
Il gender gap esiste anche quando si parla di farmaci. Che sia per prassi o per standardizzazione, la sperimentazione clinica e i successivi dosaggi consigliati, sono raccomandazioni ritagliate su un uomo dal peso ideale di 70kg. Questo è stato uno degli argomenti discussi nel corso di incontro online dal titolo Differenze di genere nella risposta ai farmici: gli effetti collaterali preferiscono le donne e organizzato da Gender – Interfaculty centre for gender studies dell’Università Vita-Salute del San Raffaele a Milano.
In questo seminario si è portato alla ribalta un argomento relativamente noto, quello appunto degli effetti collaterali per la sfera femminine, ma che ha grande impatto nella vita quotidiana delle donne. Flavia Valtorta, relatrice del seminario e Preside della facoltà di Medicina dal 2019, ha osservato come esistono molte variabili delle quali, erroneamente, non si tiene conto in questo ambito perché possono influenzare lo stato di salute femminile: il peso corporeo di norma inferiore nelle donne, l’età dello sviluppo e i cambiamenti che provoca la menopausa.
Per arrivare a un dosaggio più adeguato, sebbene gli stessi medici che prescrivono i farmaci già tengono conto di tanti aspetti, occorre però includere anche le donne nei gruppi di sperimentazioni. Le cose iniziano a cambiare: l’agenzia americana Food and drug administration ha introdotto già questa modalità e anche l’Italia è sta recuperando in questo senso.
Questa è la strada per garantire non solo una maggiore equità di genere e di trattamento ma anche un’assistenza sempre più precisa, una miglior risposta ai medicinali quando prescritti, la progressiva scomparsa degli effetti collaterali, il diritto alla salute che passa anche da qui.
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Fonte: Università Vita-Salute del San Raffaele; Interfaculty centre for gender studies
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