Delfinario degli orrori di Rimini, confermata la condanna per maltrattamenti e la confisca dei delfini

Il processo per il Delfinario di Rimini, dove i delfini venivano maltrattati e drogati, si è conclusa con una vittoria senza precedenti

Si è concluso con una vittoria per gli animali senza precedenti il processo per il Delfinario di Rimini, dove i delfini venivano drogati e sottoposti a stress e terribili torture. Dopo anni di battaglie da parte della LAV (Lega Anti Vivisezione), la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’ex direttore del parco acquatico, confermando in via definitiva la condanna per maltrattamento di animali e la confisca dei delfini.

La fine di questo processo e la conferma della sentenza della Corte d’Appello, rappresenta un capitolo unico e positivo nella difesa dei diritti degli animali. – ha commentato Andrea Casini, Responsabile LAV per gli Animali Esotici – La nostra passione e dedizione è oggi ripagata e finalmente è stata fatta giustizia per i delfini coinvolti in maltrattamenti, condizioni ambientali proibitive e totale indifferenza dei alle loro necessità etologiche.

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La scoperta dei maltrattamenti e il processo

Era il 2013 quando alcuni medici veterinari e funzionari dei Ministeri della Salute e dell’Ambiente, fecero un blitz presso il Delfinario di Rimini, riscontrando  diverse violazioni. A preoccupare maggiormente furono le gravissime condizioni di salute del delfino Lapo, nato durante uno spettacolo nel luglio 2007. Il povero animale, a causa della presenza di un’unica vasca, sin dalla nascita subiva attacchi dagli altri delfini. Per questo motivo a Lapo venivano costantemente dati ormoni e calmanti, che però ne aggravavano le condizioni fisiche. A causa dello stress e delle sostanze che gli venivano somministrati, Lapo soffriva di mancanza di appetito e depressione. Ma, nonostante ciò, nonostante questo, durante gli addestramenti gli veniva negato il cibo.

Per questo motivo i quattro delfini della struttura vennero confiscati. Nel 2016 ha preso avvio il processo e la LAV ha deciso di costituirsi parte civile. Sul banco degli imputati è finito il legale rappresentante della società che gestiva la struttura e la veterinaria, responsabile della custodia e della somministrazione dei farmaci ai delfini. Per entrambi l’accusa era il maltrattamento e la detenzione in condizioni incompatibili di
animali. “Ai delfini venivano sistematicamente dati calmanti (il valium) e ormoni” raccontano gli attivisti della LAV.

Nell’aprile del 2019 dal Tribunale di Rimini è arrivata la condanna a 6 e a 4 mesi di reclusione rispettivamente per il direttore e la veterinaria del parco acquatico. E si trattò del primo caso di condanna di un delfinario in Europa.

Nel corso del processo è emerso che la struttura dove venivano tenuti i delfini era del tutto inadeguata: mancavano sistemi di raffreddamento dell’acqua e di ombreggiatura, e la vasca dove erano costretti a convivere gli animali era profonda solo 5 metri. – spiega la LAV – Tutti venivano inoltre sottoposti a trattamenti farmacologici: gli imputati gestivano così la situazione di malessere dei quattro delfini, che dovevano “esibirsi” in spettacoli e addestramenti sfiancanti.

Il delfinario di Rimini non ha accettato la sentenza di condanna e ha deciso di ricorrere in appello. L’udienza del processo d’appello si svolse il 26 febbraio 2021, aprendo così una nuova fase. Ma la Terza Sezione della Corte d’Appello di Bologna ha confermato la condanna del Direttore del Delfinario di Rimini per maltrattamento di animali (544 ter c.p.), mantenendo la confisca dei delfini, affidati allo Stato come richiesto dalla LAV.

Infine, la scorsa settimana è arrivato il tanto atteso epilogo. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’ex direttore del Delfinario di Rimini, rendendo definitiva la sua condanna per maltrattamento di animali (544 ter c.p.) oltre che la confisca dei delfini.

Una storica battaglia finalmente vinta

Grazie alla loro tenacia, dopo anni gli attivisti della LAV sono riusciti a salvare i 4 delfini.

La richiesta, nostra e della Procura, di confisca degli animali, è stata accolta – raccontano – E così Alfa, Sole, Luna e Lapo sono stati affidati allo Stato, senza la possibilità di essere messi in vendita. Una vittoria per noi, per i quattro delfini, e un grande passo in avanti per i diritti degli animali nel nostro Paese.

I 4 delfini sono liberi per sempre e non potranno più essere sfruttati in nessun altro parco acquatico. Una grande vittoria, oltre che una novità assoluta per l’Italia e l’Europa, che apre un nuovo importante capitolo nella tutela giuridica degli animali!

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Fonte: LAV

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