La società che gestisce il percorso di individuazione del deposito nazionale di scorie nucleari sta per essere commissariata.
![scorie radioattive](https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2022/01/scorie_sogin.jpg)
©Sogin
La società che gestisce il percorso di individuazione del deposito nazionale di scorie nucleari per conto del Governo sta per essere commissariata
Si è perso del tempo, certo, e anche ingenti quantità di denaro (di tasca nostra): no, quella della Sogin, la Società di Stato che nel ’99 fu incaricata di chiudere il ciclo delle centrali di Caorso, Trino Vercellese, Garigliano, Latina, non è una storia a lieto fine. Motivo? La Sogin si avvia al commissariamento.
La procedura per l’amministrazione straordinaria della società sta infatti per essere portata a termine dall’azionista, che altri non è che il ministero dell’Economia di Daniele Franco, e potrebbe diventare esecutiva nei prossimi giorni.
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Era il 1987 quando un referendum popolare optò per il “phase out” e dunque per l’abbandono dell’energia nucleare. Nel 1999 la Sogin, Società gestione impianti nucleari, venne istituita e in seguito, i decreti Bersani e Marzano, del 2001 e 2004, le affidarono il compito di smontare le centrali entro il 2019.
I costi previsti per l’operazione, secondo quanto si legge sul Corsera, dovevano ammontare a 3,7 miliardi di euro. Ad oggi, meno di un terzo dei lavori è stato effettuato, la spesa è progressivamente aumentata fino ai 7,9 miliardi odierni, mentre i lavori ancora non sono nemmeno arrivati a un reattore, mentre la previsione della loro conclusione è stimata al 2036.
Dulcis in fundo? Dei 4 miliardi sinora da noi pagati, più della metà hanno coperto gli stipendi del personale e dei dirigenti, auto di alta gamma, benefit e bonus compresi.
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Fonte: Corriere della Sera
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