Un nuovo monitoraggio dell'Arpa Lombardia conferma che le acque di Milano sono avvelenate da vari Pfas, tra cui il composto C6O4 della Solvay
Le acque della città di Milano sono più inquinate di quanto ipotizzato finora. Dal recente monitoraggio effettuato dall’Arpa Lombardia emergono dati inquietanti: tra i diversi Pfas (composti cancerogeni e altamente persistenti) rilevati è spuntato – nuovamente – anche il C6O4, una sostanza prodotta dalla controversa multinazionale belga Solvay, nella sede di Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria.
Già nel 2020 Arpa Lombardia aveva denunciato la presenza di questo composto chimico, che rientra tra i cosiddetti Pfas di nuova generazione, sia nei corsi d’acqua che nelle acque sotterranee della Regione, anche se la maggior parte dei cittadini di Milano e dintorni ignora il problema. E da quel monitoraggio purtroppo non è migliorata. Le tracce rinvenute confermano che i depuratori dell’area non riescono a fermare la minaccia di questo Pfas, che viene scaricato insieme ai reflui considerati depurati nella rete fognaria del capoluogo lombardo.
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C6O4, il composto della Solvay che avvelena le acque della Lombardia
Ma che cos’è esattamente il C6O4? Si tratta di miscela multi-componente di diastereoisomeri del composto Ammonio difluoro acetato. La sostanza è stata classificata dall’Arpa come “PFAS di nuova generazione”.
Il fatto che sia stato trovato ripetutamente e in concentrazioni così elevate deve quanto meno spingere ad andare a misurarlo lì dove nessuno controlla, visto che il C6O4 è assorbito in misura maggiore proprio dalla vegetazione” sottolinea Sara Valsecchi, ricercatrice del CNR ai microfoni del quotidiano Domani, che ha fornito delle anticipazioni sul monitoraggio dell‘Arpa Lombardia (che sarà pubblicato in primavera).
Da alcuni studi è emerso che Il C6O4 ha gli stessi effetti del Pfoa, nota sostanza che ha contaminato il Veneto. Ma trattandosi di una molecola più corta il nostro organismo la espelle più velocemente. Il problema principale è che non si ha ancora un’idea delle effettive quantità di questo composto presenti nelle acque della Lombardia, ma lo scoglio più grande riguarda il suo smaltimento, praticamente impossibile al momento.
Pfas come il Pfoa o i Pfos possono essere bruciati negli inceneritori per eliminarli dall’ambiente – chiarisce Valsecchi – Nel caso del C6O4, parliamo di un composto che non dovrebbe neppure essere prodotto visto che non esistono tecnologie di smaltimento.
Insomma, si tratta di un problema non indifferente per la salute degli abitanti della Lombardia, oltre che per l’ambiente. Ancora una volta multinazionali come la Solvay continuano ad arricchirsi mettendo a rischio interi territori. E nessuno interviene per cambiare le cose.
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Fonte: ARPA Lombardia/Domani
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