Piselli surgelati, da Frosta a Lidl, tutte promosse le marche analizzate dalla rivista di consumatori tedesca Ökotest
Piselli surgelati, da Frosta a Lidl, tutte promosse le marche analizzate dalla rivista di consumatori tedesca Ökotest
I piselli surgelati sono un modo pratico e veloce per introdurre i legumi nella nostra alimentazione: basta tirarli fuori dal freezer e cuocerli qualche minuto in acqua bollente salata per avere pronto un contorno sano e ricco in proteine vegetali. Ma la praticità offerta dai piselli surgelati si traduce anche in una buona qualità del prodotto? L’agenzia di consumatori tedesca Ökotest ha messo alla prova i principali marchi piselli congelati, alla ricerca di residui di sostanze tossiche per la nostra salute, con una buona notizia: in tutti i casi, i prodotti analizzati hanno convinto i ricercatori, poiché non hanno presentato tracce di pesticidi e sostanze chimiche rilevanti, le poche rilevate erano ampiamente sotto i limiti di legge. (Leggi anche: Le verdure surgelate sono nutrienti quanto quelle fresche?)
Metodologia del test
Il laboratorio ha analizzato 21 confezioni di piselli surgelati comprate nel mese di settembre 2021, otto delle quali contenenti piselli provenienti da agricoltura biologica. La ricerca ha avuto come scopo quello di analizzare la presenza di pesticidi chimici, nitrati, residui disinfettanti (perclorato e clorato) nonché metalli pesanti tossici (come cadmio e piombo). La valutazione complessiva si basa sul risultato del test degli ingredienti. L’assegnazione del valore NO ai risultati dell’analisi specificatamente denominati significa “al di sotto del limite di quantificazione” del rispettivo metodo di prova così indicato:
- Pesticidi: secondo DIN EN 15662 (corrispondente a ASU L 00.00-115).
- Perclorato: LC-MS / MS; secondo il metodo dell’EU Reference Laboratory for Pesticides per perclorato/clorato (metodo QuPPe).
- Clorato: LC-MS / MS; secondo il metodo dell’EU Reference Laboratory for Pesticides per perclorato/clorato (metodo QuPPe).
- Cadmio: secondo DIN EN 13805: 2014. Determinazione del cadmio secondo DIN EN 15763: 2010.
- Piombo: secondo DIN EN 13805: 2014. Determinazione del piombo secondo DIN EN 15763: 2010.
- Nitrato: ai sensi dell’ASU L 26.00-1:2018, modificata.
- PVC / PVDC / composti clorurati: analisi di fluorescenza a raggi X.
Risultati del test
Nel dettaglio, il test, come detto, ha esaminato ventuno confezioni di piselli surgelati, di cui otto provenienti da agricoltura biologica: nella maggior parte dei piselli analizzati, sia provenienti da agricoltura bio che da agricoltura convenzionale, le tracce di pesticidi chimici erano praticamente assenti; in soli sei dei prodotti testati sono state trovate tracce di alcuni pesticidi (come i fungicidi pirimetanile e azoxystrobin), anche se in quantità infinitesimali e non rilevanti.
Una notizia che rassicura noi consumatori sulla buona qualità del prodotto, ma che potrebbe dipendere anche dalla provenienza dei piselli surgelati: tutti i prodotti analizzati, indipendentemente dalla marca, erano stati coltivati in Unione Europea, dove vigono leggi severe per la limitazione di alcuni pesticidi chimici dannosi per l’ambiente e per la salute umana (alcuni pesticidi sono addirittura vietati nell’agricoltura UE).
La provenienza comunitaria dei piselli, quindi, è un sinonimo di qualità del prodotto e di scarsezza di pesticidi tossici: si pensi che, per esempio, l’utilizzo del glifosato è concesso solo in casi eccezionali in Paesi come la Germania (dove viene utilizzato per distruggere le piante che non possono più essere raccolte), mentre il glufosinato è vietato già dal 2019. La maggior parte dei piselli analizzati viene da Paesi come Germania, Francia, Paesi Bassi; in alcuni casi sulle confezioni è stato scritto solo “Provenienza UE”, poiché i fornitori di prodotti surgelati non sono tenuti a esplicitare sulla confezione la provenienza esatta dell’alimento venduto. Aldilà dei pesticidi chimici, il test ha analizzato anche la presenza di metalli pesanti e altre sostanze potenzialmente dannose per la nostra salute: anche in questo caso, tracce minime di piombo sono state rilevate in alcuni dei marchi analizzati, mentre non è stata rilevata la presenza di cadmio. Rilevata la presenza, in cinque dei campioni analizzati, di clorato (come residuo del processo di disinfezione dell’acqua potabile): anche in questo caso si è trattato di livelli ben inferiori al massimo consentito per legge.
Promosse dunque praticamente tutte le 21 marche da Almanatura Bio ad Aldi, da Frosta a Lidl:
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Fonte: Ökotest
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