I danni provocati dall'uso dei pesticidi non sono quantificabili se si pensa a quanto e come essi inquinino tutto l'ecosistema
I danni provocati dall’uso dei pesticidi non sono quantificabili se si pensa a quanto e come essi inquinino tutto l’ecosistema
I pesticidi, microrganismi naturali o industriali, trovano un larghissimo impiego nell’agricoltura delle colture, così come nelle foreste dove vengono utilizzati per coltivare gli abeti che adorneranno le nostre case nel periodo natalizio.
Il loro percorso non finisce però lì poiché queste sostanze contaminanti finiscono sì in quei suoli, ma anche nei sistemi idrici, per via delle piogge, e proprio tramite l’acqua si riversano poi nei fiumi e nei mari, danneggiando la fauna marina.
I ricercatori della Portland State University in collaborazione con l’istituto federale U.S. Geological Survey, hanno analizzato i rischi causati dall’esposizione di alcune specie marine a pesticidi, prendendo in esame un particolare tipo di vongola molto diffusa sia nell’oceano Atlantico che nel Pacifico.
Si tratta della Mya arenaria, anche conosciuta come soft shell clam, che è stata tenuta sotto osservazione dagli studiosi americani per un periodo di 90 giorni.
I ricercatori hanno osservato che tutti i parametri sarebbero risultati a lungo termine sempre più alterati per via contaminazione da pesticidi e si sarebbe inoltre registrato un preoccupante tasso di tossicità nell’organismo, così come avverrebbe per le altre specie acquatiche ed in tutto l’ambiente marino.
Dati sconfortanti che fanno molto riflettere sulla pericolosità di queste sostanze per il Pianeta, ma anche per la salute umana.
Fonte: The silence of the clams
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