Cosa pensano i gatti? Hanno sogni e ricordi come li abbiamo noi? Abbiamo cercato di rispondere a qualche curiosità su questi animali
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Cosa pensano i gatti? Hanno sogni e ricordi come li abbiamo noi? Abbiamo cercato di rispondere a qualche curiosità su uno degli animali più misteriosi
È possibile sapere cosa pensano i gatti, entrare nella loro mente e indagare i loro pensieri? Malgrado siano fra gli animali domestici più diffusi al mondo, ciò che sappiamo della loro psicologia è relativamente poco – soprattutto in relazione al mondo dei cani, sui quali si hanno molte più informazioni. Questa disparità nelle informazioni è dovuta in buona parte a problemi pratici: infatti, mentre i cani sono facili da studiare (anche in un ambiente diverso da quello a cui sono abituati, come in un laboratorio, tenderanno a replicare i loro comportamenti soliti), i gatti si lasciano influenzare dall’ambiente in cui si trovano – quindi un gatto in un laboratorio non si comporterà come se fosse nel suo ambiente familiare. Oltre alla difficoltà pratica di studiare il comportamento dei felini, tuttavia, c’è anche uno stigma non ancora del tutto superato: per troppi secoli i gatti sono stati ingiustamente connessi alla stregoneria o al diavolo, considerati portatori di magia nera e pertanto bruciati e allontanati senza che avessero alcuna colpa.
Una critica spesso rivolta ai felini è che questi “sfruttano” la compagnia degli umani per ottenere cibo e coccole, ma che in realtà non nutrano un affetto sincero nei loro confronti. Ovviamente, questo non è affatto vero: i gatti si affezionano agli esseri umani, come anche agli altri animali – anche se, magari, non lo dimostrano in modo tanto espansivo come fanno i cani. Si pensi per esempio a tutti i gatti che hanno l’abitudine di dormire nel letto insieme ai solo proprietari o a quelli che, cresciuti insieme ad altri gattini, ne diventano i compagni di giochi preferiti. Certamente, bisogna dire che i felini non amano essere presi in braccio, abbracciati e coccolati – e non bisogna prendersela per questo loro tratto comportamentale: i gatti non sono persone, non hanno le stesse esigenze di contatto fisico che abbiamo noi.
(Leggi anche: Il tuo gatto è aggressivo e poco affettuoso? Segui queste 3 semplicissime linee guida messe a punto dagli scienziati)
I gatti provano emozioni?
Secondo gli scienziati, i felini possono avvertire anche una sorta di “depressione” – o, meglio, una profonda tristezza. Riuscire a comprendere se e quando il nostro gatto è triste è un’impresa ardua, poiché il suo comportamento cambia in modo quasi impercettibile: un gatto infelice sta fermo nel suo cantuccio e non fa molto per dimostrare la sua tristezza. Come abbiamo detto, i cambiamenti nell’ambiente attorno al gatto o nel nostro comportamento possono provocare in lui nuove emozioni e creare scompiglio nel suo animo: chi convive con un gatto e ha iniziato a lavorare da casa a causa della pandemia, avrà sicuramente notato segni di disagio nell’animale, non abituato alla presenza umana nell’appartamento per tutto il giorno.
Ricordi e sogni felini
I gatti apprendono dall’esperienza, ricordano ciò che hanno fatto e dai ricordi traggono informazioni utili per la loro sopravvivenza: per esempio, se il gatto si brucia toccando il forno o la piastra calda del fornello a induzione, eviterà quell’area della cucina perché associata a un’esperienza dolorosa. Allo stesso modo, i felini ricordano il sapore degli alimenti consumati e sono in grado di associarli a momenti della giornata o a ciotole particolari, come dimostrato da questo esperimento condotto in Giappone qualche anno fa. Oltre a ricordare le esperienze fatte, i gatti possono anche “riviverle” in forma di sogno: la loro struttura cerebrale è simile alla nostra in questo senso, e permette quindi di ripercorrere gli eventi della giornata in forma di sogno. Ecco perché non è così strano vedere un gatto scalciare mentre dorme – magari sta sognando di correre o di inseguire una preda. Ciò che manca ai gatti, certamente, è la concezione del futuro – a causa della mancanza dei lobi frontali nel loro cervello. In pratica, non hanno la capacità di fare piani a lungo termine, di guardare oltre il momento presente: i loro pensieri sono tutti rivolti al soddisfacimento di bisogni primari come cibo, sonno, rifugio, appetiti sessuali.
I gatti e noi
In altre parole, dovremmo smettere di considerare i gatti al pari degli esseri umani, e a proiettare su di essi attributi che si riferiscono a noi: i gatti sono animali e la loro vita si svolge aldilà di noi. Certo, la convivenza con noi condiziona il loro modo di vivere e di agire, ma in sostanza questi animali restano sempre creature misteriose ed imperscrutabili. C’è qualcosa che possiamo imparare da loro? Potremmo fare nostro il loro modo di vivere perennemente nel presente, senza preoccuparsi del futuro, ma anche la loro fedeltà alle proprie abitudini e ai propri rituali – noi che tendiamo troppo spesso a vivere una vita di eccessi e sregolatezze.
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Fonte: The Guardian
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