Le terre della tribù incontattata dei Piripkura sono costantemente invase e distrutte per far spazio alla produzione di carne bovina
Non c’è pace per i popoli incontattati del Brasile. Il loro desiderio è da sempre quello di restare isolati e vivere la loro esistenza a stretto contatto con la natura, al riparo dalla globalizzazione. Ma sempre più spesso questo diritto gli viene ripetutamente negato. Tra le tribù incontattate che stanno vivendo l’incubo dell’invasione delle loro terre troviamo i Piripkura, il cui territorio presenta il tasso di deforestazione più alto di tutto il Brasile, come mostrano le recenti foto aeree allegate nel dossier realizzato da COIAB (Coordenação das Organizações Indígenas da Amazônia Brasileira) e OPI (Observatório dos Direitos Humanos dos Povos Indígenas Isolados e de Recente Contato).
I loro territori sono costantemente invasi e distrutti per far spazio alla produzione di carne bovina: gli alberi vengono abbattuti per sfruttarne il legname e le diverse aree vengono trasformate in pascolo per il bestiame. Un patrimonio naturale distrutto in nome degli allevamenti intensivi. Come riportato in un report pubblicato dall’OPI, sono già stati devastati oltre 12.000 ettari.
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Le foto immortalate in volo rivelano la presenza di vasti allevamenti di bestiame nel cuore dei territori in cui vivono i Piripkura.
Non solo deforestazione, ma anche massacri
Tutto ciò avviene illegalmente, in violazione dell’ordinanza di protezione territoriale emanata in settembre che bandisce tutti gli estranei dal territorio Piripkura per sei mesi. Non è raro che i membri della tribù paghino con la vita. Molti Piripkura, infatti, sono stati uccisi nel corso di massacri passati.
Recentemente Rita Piripkura, l’unica Piripkura contattata, ha raccontato a Survival International (movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni) che gli esterni che operano illegalmente all’interno del territorio del suo popolo potrebbero presto uccidere i suoi parenti e ha denunciato che nove persone sono state già massacrate durante un attacco dei trafficanti di legname.
Non potrebbe esserci dimostrazione più lampante della totale impunità – anzi, del sostegno attivo – che gli invasori godono sotto la presidenza di Bolsonaro – ha commentato Sarah Shenker, responsabile della campagna di Survival per i popoli incontattati – Stiamo parlando di operazioni di allevamento commerciale in un territorio indigeno di vitale importanza che per legge dovrebbe essere protetto. Gli invasori si stanno avvicinando velocemente ai Piripkura incontattati, ma loro resistono con tutte le loro forze, ed è quello che dobbiamo fare anche noi. Solo una grande mobilitazione dell’opinione pubblica può impedire il genocidio dei Piripkura e di altri popoli incontattati. E sapete una cosa? È anche un modo molto più economico ed efficace di proteggere la foresta amazzonica rispetto alle letali ‘soluzioni’ promosse dai governi alla COP26.
Come accaduto anche in altre aree dell’Amazzonia popolate da comunità indigene, nel territorio in cui vive il popolo Piripkura le invasioni e le attività di deforestazione si sono intensificate a partire dal 2019, anno dell’elezione del Presidente Jair Bolsonaro.
E nel 2021 è stato raggiunto più alto tasso annuo di deforestazione degli ultimi 15 anni, dopo un aumento del 22% rispetto all’anno precedente. Un dramma non soltanto per circa un milione di indigeni che vivono nella foresta amazzonica, ma anche per il Pianeta che sta perdendo a ritmi spaventosi il suo polmone verde.
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Fonte: Survival International
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