Lo spettro dei cambiamenti climatici anche sulle buonissime clementine, ricche di vitamina C: la produzione è calata tra il 30 e il 40%
Lo spettro dei cambiamenti climatici anche sulle buonissime clementine, ricche di vitamina C: la produzione è calata tra il 30 e il 40%. La denuncia è di Op Armonia, una delle maggiori realtà produttive e distributive italiane per il segmento agrumi.
La clementina è un agrume, appartenente al gruppo degli ibridi fra mandarino e arancio amaro e per questo comunemente conosciuta col nome di mandarancio. Oltre ad essere buonissimo (anche se de gustibus non dispuntadum), il frutto è ricco di vitamina C (quasi 50 mg ogni 100 g), le cui proprietà benefiche sono arcinote.
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Ma il cambiamento climatico (minori piogge e le condizioni atmosferiche di caldo estremo) colpisce ancora: nella campagna 2021 il calo produttivo delle clementine italiane è stimabile intorno al 30/40%.
Se, infatti, fino ad una decina di anni fa, anche attraverso l’aiuto di pratiche agronomiche, tale varietà poteva essere raccolta e distribuita lungo un arco temporale di circa 3 mesi (novembre-gennaio) – spiega Marco Eleuteri, presidente di Op Armonia – negli ultimi anni tale periodo si è andato progressivamente accorciando riducendosi progressivamente a 6/7 settimane. La produzione si è concentrata cioè in un periodo più limitato di tempo, con gravi conseguenze sia in termini di quotazioni, sia in termini di attrattività dell’offerta commerciale, soprattutto per la grande distribuzione
La denuncia si unisce a quella di CIA Agricoltori, che rilevava anche concorrenza sleale da parte di produttori esteri.
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Alla quale ci auguriamo non si risponda con metodi produttivi ancora più irrispettosi dell’ambiente.
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Fonte: adnkronos
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