Si tratta del primo studio completo dei bambini mummificati rinvenuti nelle famose Catacombe dei Cappuccini a Palermo
Si tratta del primo studio completo dei bambini mummificati rinvenuti nelle famose Catacombe dei Cappuccini a Palermo
I ricercatori della Staffordshire University hanno compiuto per la prima volta uno studio complessivo sui resti mummificati di bambini presenti nelle famose Catacombe dei frati Cappuccini a Palermo, in Sicilia: si tratta di una collezione di mummie di giovanissimi defunti tumulate in un cimitero sotterraneo proprio sotto il convento dei frati. Le catacombe siciliane contengono la più ampia collezione di mummie in Europa, con più di 1.284 fra scheletri e corpi mummificati, databili fra il XVI e il XX secolo. I bambini iniziarono ad essere ammessi nelle catacombe a partire dal 1787 ma, mentre la maggior parte delle attenzioni degli archeologi si è rivolta alle mummie adulte, pochi hanno pensato di analizzare anche gli scheletri più giovani.
Le catacombe dei frati cappuccini comprendono una delle più importanti collezioni di mummie al mondo – spiegano i ricercatori. – Tuttavia, vi sono pochissimi indizi riguardanti i piccoli a cui era riservata la pratica della mummificazione, e anche i registri mortuari del periodo contengono pochissime informazioni in merito. Dato che il rito funerario della mummificazione era riservato quasi esclusivamente agli adulti, vogliamo comprendere perché ci sono anche delle mummie di bambini in queste catacombe. Immaginiamo che questi piccoli cadaveri fossero membri di classi agiate, ma non abbiamo molti dati sulla salute dei giovani o sulla loro identità in questo periodo storico. Il nostro studio ha come obiettivo proprio quello di colmare questo vuoto di informazioni e rispondere a questi interrogativi.
Il progetto di ricerca, finanziato con 70.000 sterline, inizierà il prossimo mese e durerà due anni; i ricercatori dell’università lavoreranno in collaborazione con la Sovrintendenza per il patrimonio culturale e ambientale del Comune di Palermo. Saranno utilizzati innovativi metodi di indagine non invasivi (in opposizione a tecniche distruttive delle mummie, come ad esempio l’autopsia) per analizzare i resti di 41 bambini mummificati risalenti al XIX secolo. Tali metodi implicheranno l’utilizzo di unità portatili per la scansione a raggi X dei piccoli cadaveri, al fine di stimarne l’età, il sesso e di identificare eventuali lesioni patologiche o traumatiche.
Comprendere se i bambini sepolti nelle catacombe abbiano subito delle lesioni ci può fornire informazioni utili a capire le condizioni in cui essi vivevano e l’ambiente che li circondava – continuano i ricercatori. – Inoltre, le informazioni che raccoglieremo saranno confrontate con le caratteristiche biologiche dei bambini seppelliti altrove a Palermo, ma che non hanno subito mummificazione. Infine, con il nostro studio speriamo di poter creare un metodo standardizzato che permetterà anche ad altri ricercatori di compiere indagini sulle mummie senza doverle per forza distruggere.
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Fonte: Staffordshire University
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