I giovani ambientalisti guidati da Greta Thumberg stanno lanciando una petizione per dichiarare lo stato di emergenza climatica globale di livello 3
Dichiarare lo stato di emergenza climatica globale di livello 3: è questa la richiesta che vogliono avanzare i giovani attivisti per il clima di tutto il mondo, guidati da Greta Thunberg, attraverso una petizione rivolta al Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.
A svelarlo è il The Guardian, che ha consultato la bozza della petizione che dovrebbe essere lanciata a giorni dai giovani ambientalisti. In totale sarebbero circa 14 i ragazzi originari di vari Paesi del mondo che hanno elaborato il testo. Tra questi ci sono Ranton Anjain e Litokne Kabua, provenienti Isole Marshall ,Ridhima Pandey dall’India, Alexandria Villaseñor dagli Stati Uniti e Ayakha Melithafa dal Sud Africa.
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Le richieste dei giovani ambientalisti
Il livello 3 a cui fanno riferimento i giovani è il massimo, il più grave. Questo perché i giovani attivisti (e non solo) sono convinti che non si possa più minimizzare il problema dei cambiamenti climatici e che siamo sempre più vicini alla catastrofe.
“L’emergenza climatica, che mette a rischio ogni persona di questo Pianeta nel prossimo futuro, è una minaccia seria almeno quanto una pandemia globale e allo stesso modo richiede un’azione internazionale urgente” denunciano gli attivisti.
La speranza più grande per Greta Thunberg è gli altri è che i leader mondiali si possano attivare per inviare risorse ingenti ai Paesi più esposti al riscaldamento globale, in particolare gli stati insulari (su cui si è concentrato gran parte del discorso di Barack Obama, intervenuto alla COP26) e quelli in via di sviluppo.
Secondo quanto si apprende, i giovani intendono esortare le Nazioni Unite a nominare un team di gestione delle crisi per “sorvegliare l’azione globale immediata sul clima”.
Non è più il tempo di minimizzare
Per Scott Gilmore, avvocato per i diritti umani, dichiarare uno stato di emergenza globale porterebbe anche alla creazione di un organismo speciale che si occupi di coordinare gli sforzi tra le varie agenzie delle Nazioni Unite.
Questa è una delle grandi lezioni apprese dalla risposta al Covid – spiega Gilmore – L’ Organizzazione mondiale della sanità è stata incaricata di guidare la risposta, ma ha ricevuto il supporto organizzativo e un’infrastruttura all’interno delle Nazioni Unite. Il segretario generale ha davvero preso l’iniziativa negli ultimi anni nel spingere gli Stati a dichiarare le emergenze climatiche nazionali. L’ONU non ha ancora fatto questo passo. Per i firmatari della petizione è arrivato il momento di farlo.
L’attivista americana Villaseñor, che a soli 13 anni ha iniziato uno sciopero per il clima, fuori dalla sede delle Nazioni Unite a New York, ha chiesto un’azione immediata:
L’ONU ci ha dimostrato che è in grado di mobilitarsi contro le minacce globali imminenti e la crisi climatica è la più grande minaccia globale mai conosciuta dall’umanità. Stiamo rapidamente esaurendo il tempo per proteggere i bambini e le generazioni future. È il momento che gli adulti si facciano avanti e raccolgano una risposta globale critica alla crisi climatica.
Come dare torto a questi ragazzi?
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Fonte: The Guardian
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