Il Tribunale amministrativo della Sicilia sospende per la terza volta il calendario venatorio 2021-22 dopo la calamità degli incendi.
Dopo lo stop alla pre-apertura della caccia del 31 agosto e del 7 settembre, il Tribunale amministrativo della Sicilia sospende per la terza volta il calendario venatorio 2021-22, emanato dall’Assessore regionale all’agricoltura Toni Scilla.
Oggi, infatti, il TAR di Palermo ha depositato l’ordinanza n. 709/2021 che accoglie la sospensiva richiesta da WWF Italia, LAV, Legambiente Sicilia, Lipu BirdLife Italia, LNDC Animal Protection ed Enpa che avevano impugnato i decreti assessoriali che stabilivano periodi e specie cacciabili.
Da oggi, quindi, stop alle doppiette in tutta la Sicilia: secondo il TAR, infatti, la Regione non ha tenuto conto dell’emergenza ambientale determinata dagli incendi estivi, che hanno danneggiato gravemente le popolazioni di animali selvatici.
Nel ricorso, le sei Associazioni ambientaliste ed animaliste avevano stigmatizzato “l’apertura della stagione venatoria in violazione del principio di precauzione ed in manifesta contraddizione con la situazione emergenziale degli incendi, mettendo a rischio la conservazione degli habitat naturali e la sopravvivenza di molte specie“.
La Regione, invece, da una parte aveva dichiarato lo stato di calamità per agricoltura e zootecnia, dall’altra aveva comunque autorizzato l’apertura della caccia senza, però, individuare e tabellare tutte le aree incendiate dove vietare la caccia. Anche l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) aveva invitato la Regione a limitare la caccia, richiamando l’art. 19 della L. 157/1992 che impone la riduzione della stagione venatoria per “sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per altre calamità”.
Tutto ciò non è avvenuto, per cui oggi il TAR ha bocciato “le previsioni contenute nel calendario Venatorio 2021-2022 nella parte in cui autorizzano, senza una specifica e idonea motivazione in grado di superare il parere dell’ISPRA, le attività venatorie che – stabiliscono i Giudici amministrativi – “devono considerarsi illegittime”.
Su siccità ed incendi, in particolare, il TAR fa riferimento ad un parere ISPRA del 2021 “che indubbiamente presuppone, quantomeno, il divieto di caccia sui terreni incendiati” che la Regione ha l’onere di individuare e delimitare.
Per WWF Italia, LAV, Legambiente Sicilia, Lipu BirdLife Italia, LNDC Animal Protection ed Enpa si tratta di un grande risultato per la tutela degli animali selvatici:
Con questa ulteriore vittoria giudiziaria è stata riaffermata la legalità e la prioritaria esigenza di tutela della biodiversità. La magistratura ha sonoramente bocciato i decreti ‘sparatutto’ dell’Assessore Scilla: sapeva di approvare atti illegittimi e devastanti per la fauna, ma lo ha voluto fare ugualmente per concedere un regalo ai cacciatori più oltranzisti. Invece di agire nell’interesse di tutti, l’Assessore preferisce assecondare tutte le richieste del mondo venatorio più estremista. E’ assurdo ed inaccettabile che tra incendi estivi ed alluvioni autunnali, la fauna della Sicilia venga costantemente messa a rischio dalle fucilate dei cacciatori con il benestare della Regione.
Il TAR, infine, ha dichiarato illegittima anche l’inclusione della Tortora selvatica tra le specie cacciabili, in violazione dei pareri di ISPRA e delle indicazioni della Commissione europea, nonché l’allungamento della stagione di caccia alla Beccaccia fino al 10 gennaio 2022, in periodo di migrazione prenuziale.
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