Chi vuole perdere peso o soffre di diabete e deve tenere sotto controllo il consumo di zuccheri, spesso sceglie di utilizzare i dolcificanti. Ma è davvero una buona idea?
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Chi vuole perdere peso o soffre di diabete e deve tenere sotto controllo il consumo di zuccheri, spesso sceglie di utilizzare i dolcificanti. Ma è davvero una buona idea? Quali sono i migliori? L’abbiamo chiesto a Maria Cristina Varotto, dietista del Santagostino, ambulatorio plurispecialistico.
Nei supermercati, alimentari ma anche in farmacia o erboristeria sono ormai disponibili tante varietà di dolcificanti alternativi al classico zucchero. Questi negli ultimi anni si sono guadagnati un’ampia fetta di mercato soprattutto in quanto ipocalorici (ovvero a 0 o comunque a basso apporto di calorie) e per il minor impatto che hanno sulla glicemia.
Abbiamo chiesto alla dietista Maria Cristina Varotto perché generalmente si consiglia un dolcificante in alternativa allo zucchero. Ecco cosa ci ha detto:
Il motivo per cui si sceglie un dolcificante al posto dello zucchero è che è un prodotto acalorico. Ci permette di percepire un gusto dolce ma di non introdurre nutrienti da cui il nostro organismo ricava le calorie. L’ideale per chi soffre di diabete è non consumare zuccheri ma dato che è molto difficile cambiare abitudini e stile di vita, soprattutto nella fase iniziale, spesso si consiglia un passaggio intermedio in cui si usa un dolcificante. In questo modo il paziente continua a percepire il gusto dolce ma quanto meno evita l’assunzione di zucchero che incide sul metabolismo degli zuccheri.
Ma i dolcificanti sono davvero una soluzione migliore rispetto allo zucchero?
Il dolcificante a lungo termine cambia l’insulino-resistenza e quindi per un paziente diabetico non va bene, in realtà anche per chi non soffre di diabete non è consigliato, anche se come sempre la differenza la fa la dose. Se bevo 3/5 caffè al giorno e metto il dolcificante, consumo bevande zero e biscotti dolcificati, alla fine tanto valeva utilizzare po’ di zucchero, anche perché il dolcificante dal punto di vista metabolico ha un altro svantaggio. Quando lo assumo il mio corpo sente il sapore dolce e quindi si prepara a gestire questo zucchero che dovrebbe arrivare ma non arriva, quindi rimane il bisogno di introdurre altri zuccheri, zuccheri veri.
Cosa ne pensi dell’eritritolo di cui si parla tanto in questo periodo? Qual è il dolcificante migliore?
Come per tutta la famiglia dei dolcificanti, l’indice glicemico dell’eritritolo è 0 e quindi sicuramente va bene. L’apporto calorico è limitatissimo, è molto dolcificante e se ne può usare di meno ma io preferisco consigliare la stevia. La stevia è un dolcificante di origine naturale ma se si consuma troppo potrebbe avere comunque degli effetti avversi quindi causare qualche problema intestinale. Esiste sotto diverse forme e per quanto riguarda le porzioni consigliate queste si trovano sulla confezione, la bustina di stevia ad esempio è la porzione stessa, poi ovviamente dipende un po’ dalla percezione del gusto.
Quanto dobbiamo limitare il gusto dolce?
Le linee guida ci dicono che il tetto massimo di consumo giornaliero di zucchero non dovrebbe superare il 10% delle calorie del fabbisogno giornaliero, quindi è individuale perché ognuno di noi ha un fabbisogno differente. Da questo conteggio viene però esclusa la frutta. Si parla quindi di zucchero aggiunto, in pratica quello che mettiamo in caffè e tè ma anche quello che si trova in prodotti da forno, dolci, bibite.
Non ci dobbiamo certo mettere a fare il conteggio di quanto zucchero possiamo utilizzare ogni giorno ma l’indicazione di massima valida per tutti è quella di ridurre il più possibile il consumo di zucchero aggiunto e di prodotti che lo contengono, cercando di abituarsi a sapori meno dolci. Si può benissimo sfruttare in questo senso la frutta quindi ridurre lo zucchero aggiunto magari facendo una torta di pere o di mele, per esempio.
E per i diabetici invece?
Per i diabetici è molto importante incrementare il livello di fibra così che questa possa aiutare a metabolizzare meglio gli zuccheri. L’alimentazione del diabetico prevede comunque il consumo di frutta ma frutta con la buccia, consumata intera. Per quanto riguarda gli zuccheri aggiunti, come ho detto prima, l’obiettivo è eliminarli del tutto ma va fatto gradualmente e se in una prima fase si mangia un dolcetto questo va messo subito dopo il pasto in modo che il pasto stesso, completo, possa migliorare il metabolismo dello zucchero. A stomaco pieno un intestino che sta lavorando proteine, grassi, carboidrati e fibre e che poi vede arrivare anche lo zucchero della fetta di torta di un compleanno, ad esempio, riesce comunque a gestirlo meglio. Quello zucchero arriverà molto più lentamente nel sangue perché prima ci sarà tutto il resto.
Cosa consiglieresti in conclusione ai nostri lettori?
L’indicazione, come già detto, è quella di limitare il più possibile lo zucchero e, se per ottenere questo obiettivo, utilizzo il dolcificante come passaggio intermedio ci può stare. È importante però usare il dolcificante senza eccedere nella dose. Attenzione anche a non cadere nell’errore della restrizione cognitiva: “questo sì, questo no”, così è facile passare all’esagerazione. È sempre meglio un po’ di tutto per non mandare il corpo in restrizione fisica e la mente in restrizione cognitiva, evitando così di creare squilibri. Naturalmente chi ha il diabete dovrà affidarsi ad un professionista.