La prima puntata del nuovo format green di Matteo Viviani va nelle Marche presso la falegnameria 3F che produce mobili dal legno di recupero per vedere se è vero e se questo tipo di arredamento è sul serio più sostenibile
“C’è un modo di rispettare l’ambiente e quindi le persone”. Matteo, occhiali e barba corta brizzolata, sa bene che per fare alla perfezione il proprio lavoro bisogna partire dal cuore e dal rispetto dell’altro. E da quella forte passione che lo ha spinto, appena ragazzo, a levigare il primo legno.
Da lì, da quel sentimento mai sopito, venti anni fa proprio Matteo mise su una falegnameria, insieme con Luigino e Simone. E fu allora che prese vita la bottega della Falegnameria 3F, tra le splendide colline marchigiane. Matteo, Luigino e Simone producono ancora oggi arredamenti su misura. La loro è una falegnameria piccola, con una dozzina di dipendenti, ma con un grande motto: recuperare quel che si può.
Dalla loro storia parte il viaggio di Matteo Viviani che insieme con GreenMe ha inaugurato il nuovo format video “Andiamo a vedere se è vero”, 8 episodi realizzati nelle fabbriche e nei laboratori per accompagnarci alla scoperta delle aziende che “hanno superato la prova di ecosostenibilità”.
La Falegnameria 3F
La Falegnameria 3F è nata nel 2002 dalla voglia e dall’intraprendenza di quei tre ragazzi – 3F, effe come Falegnami – che misero insieme le proprie esperienze e le proprie abilità artigianali per formare una bottega di ebanisteria per la produzione di arredamenti su misura, con un esclusivo utilizzo di materiale di alta qualità.
Sono Matteo, Luigino e Simone, appunto, e negli anni la loro idea di “utilizzo dei materiali” si è evoluta e ha trovato nel recupero la base fondamentale di un lavoro fatto a regola d’arte.
Proprio così: un materiale forte e talvolta centenario come il legno si può riutilizzare e rimodellare infinite volte, da esso si può creare il bello e il nuovo senza necessariamente scomodare l’ambiente.
Matteo, infatti, nel video di Viviani racconta come la loro sia una missione soprattutto di recupero. Ma incontra il favore dei clienti?
Non sempre – risponde Matteo. Solo 1 su 10 chiede di fare tutto con prodotti di recupero, perché ai più interessa la parte estetica e il prezzo.
Difficile, insomma, ed è la prova netta che sì, il cambiamento è qualcosa che deve partire innanzitutto da noi, perché dovremmo essere innanzitutto noi a capire che scegliere materiali di recupero è in realtà un valore.
Pensano sia roba che non si può riutilizzare, che non serve a nulla, solo legna da ardere, incalza Matteo tra i legni della sua bottega.
Ma per tutti quei lavori per i quali non viene chiesto loro di usare legno di recupero, 3F ha fatto un passo in avanti ottenendo la certificazione FSC e coinvolgendo anche i terzisti, cioè tutta la filiera produttiva.
Ma qui Matteo Viviani provoca: se io ti dovessi chiedere di realizzarmi una serie di mobili usando solo ed esclusivamente legno di recupero?
Il falegname raccoglie la sfida e porta “la Iena” in un posto magico. A pochi chilometri dall’azienda, arrivano in uno dei posti in cui solitamente i 3F ricavano il legno per questo tipo di lavori: un casolare destinato alla demolizione nel bel mezzo delle colline marchigiane, un vero e proprio tesoro per un artigiano come Matteo.
Travi di quercia da carteggiare e ripulire, travi in abete da far tornare a nuova vita, legno di almeno 100 anni, persiane e cancelli da recuperare, anche cardini delle porte da recuperare. Ovunque ci si giri, qui, in questo vecchio casolare, si trova qualcosa che potrebbe essere riutilizzato per uno scopo ben preciso.
È qui, infatti, che Matteo guarda con occhi appassionati una trave che per 100 anni ha sorretto il tetto della casa di un contadino del posto e che ora può diventare un arredo per sorreggere il lavandino di un bagno, l’anta di un armadio, una porta…
È qui, infatti, che si ricava tutto il vero spirito di una produzione ecosostenibile e senza sprechi.
Le prove
Il cliente utilizzando questo tipo di legno non spende di più e nemmeno avrà un prodotto scadente destinato a durare meno. Viviani mette alla prova e mette a confronto le tipologie di legno più vendute sul mercato.
Da un lato legno di recupero e dall’altro due pannelli di legno che nella realizzazione degli arredi moderni vanno per la maggiore.
Il primo test serve a verificare la resistenza del legno, tentando di eliminare delle viti: mentre il legno dozzinale quasi si sgretola in mille trucioli, quello di recupero dimostra una maggiore robustezza.
E quanto alle vernici? La prova del nove è data dal secondo test, quello della fiamma: i legni verniciati a base chimica (poliesteri e simili) prendono fuoco abbastanza velocemente e lasciano un cattivo odore, i legni, invece, con vernice ad acqua bruciano in molto più tempo e non rilasciano gas tossici.
A giornata finita Viviani propone un quesito: sapete dov’è l’aspetto sostenibile meno scontato di tutti?
La risposta la dà Matteo, quel falegname che in quel legno di recupero pone tutto il suo credo, e quei suoi occhi che in un attimo si inondano di lacrime:
In un’industria sei un numero, qui sei una persona.