Questi animali sarebbero attratti dall'odore di simili morti ad entrare negli pneumatici, non trovando più il modo di uscirne
Questi piccoli animali sarebbero attratti dall’odore di simili morti ad entrare nella parte concava degli pneumatici, non trovando più il modo di uscirne
Gli pneumatici abbandonati sui fondali rappresentano un pericolo sempre più grave per la vita degli animali marini: si stima che ogni anni ci siano circa 29 milioni di tonnellate di pneumatici usati da smaltire: malgrado una buona parte di questi venga riciclata o utilizzata per produrre energia elettrica, molti finiscono nelle discariche o dispersi nell’ambiente – arrecando seri rischi per la salute e per l’ambiente.
Ora un nuovo studio condotto dall’università di Hirosaki, in Giappone, punta i riflettori sul rischio ecologico trascurato per gli organismi marini causato degli pneumatici scaricati in mare – in particolare, sui paguri eremita. Lo studio ha preso avvio nel 2012, quando un ricercatore dell’ateneo ha notato un gran numero di gusci di paguro all’interno di uno pneumatico dimenticato sul fondale marino: evidentemente gli animaletti, una volta rimasti intrappolati nella parte interna della gomma, non hanno saputo come uscirne e sono morti di fame.
Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno condotto un esperimento sul campo, piazzando sui fondali marini 6 pneumatici per un anno: in soli 12 mesi, sono stati 1.278 i paguri rimasti imprigionati nelle gomme senza saper più come uscirne (specifichiamo che i ricercatori sono intervenuti di volta in volta liberandoli, per evitare che morissero di stenti all’interno degli pneumatici). I ricercatori hanno poi condotto un esperimento in laboratorio, in un acquario progettato per testare le capacità di questi animali di liberarsi dalle gomme e scappare: ebbene, è emerso che su 120 paguri messi alla prova, solo 19 sono riusciti a strisciare all’interno del pneumatico e nessuno è riuscito a uscirne fuori. Quindi, gli pneumatici sommersi in mare rappresentano una forma di inquinamento gravissima che provoca la morte di animali e rischia di distruggere interi ecosistemi.
Non è il primo studio che dimostra come questi piccoli crostacei abbiano l’abitudine di strisciare all’interno di rifiuti scaricati in mare, finendo spesso per restarne intrappolati. Già una ricerca condotta nel 2020 ha denunciato la morte di più di mezzo milione di paguri intrappolati nei rifiuti spiaggiati sulle coste di alcune isole tropicali, mentre un nuovo studio recentemente pubblicato ha evidenziato come la presenza delle microplastiche nell’acqua di mare modifichi profondamente il comportamento riproduttivo dei paguri. Ma perché i paguri vanno a infilarsi volontariamente in trappole anguste da cui poi non riescono più a uscire? Questi animali sono attratti dall’odore dei loro simili morti, perché questo vuol dire che si è liberato per loro un guscio e che possono quindi cambiare “casa”.
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Fonte: Royal Open Society
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