L’integrità complessiva della biodiversità del Pianeta è stimata al 75%, percentuale molto inferiore al limite di sicurezza, fissato al 90%
L’integrità complessiva della biodiversità del Pianeta è scesa sotto il limite di sicurezza fissato al 90%. Oggi è stimata al 75% e questo ci espone al rischio di una recessione ecologica che potrebbe portare a carestie diffuse in tutto il mondo.
La causa principale di tale declino è da ricercare nella perdita di habitat, a sua volta provocata dall’espansione di attività umane, inclusa l’agricoltura.
A dirlo è un report del Museo di Storia Naturale di Londra che, in vista della COP 15, ha lanciato il Biodiversity Trends Explorer, uno strumento online che consente di monitorare la salute delle varie specie in tutto il mondo.
In Gran Bretagna, dove è nato il progetto, dalla Rivoluzione Industriale ad oggi è andata perduta quasi la metà della biodiversità e dozzine di specie si trovano sull’orlo dell’estinzione. Tra queste, il gatto selvatico scozzese, la tortora, la martora, il rospo calamita, le cicale e i ricci. Il declino, oltre agli animali, riguarda anche piante, funghi e microrganismi presenti nel suolo.
I dati sono preoccupanti perché la biodiversità è responsabile della produzione di tutto ciò che consumiamo. Se abbiamo a disposizione diverse varietà di mele, pomodori e altri vegetali, è merito della biodiversità. Una sua riduzione potrebbe dunque significare assistere a una significativa diminuzione degli alimenti disponibili, per qualità ma anche per quantità.
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Il lavoro è stato pubblicato alla vigilia della conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità dove verranno stabiliti obiettivi per tutelare la gli habitat naturali e le specie che vi abitano. I dati sono stati diffusi proprio per offrire aiutare tali negoziati e invitare i governi di tutto il mondo a intraprendere azioni ambiziose per preservare e migliorare la biodiversità a livello globale.
La perdita di biodiversità è catastrofica al pari del cambiamento climatico, ma le soluzioni sono collegate. Fermare ulteriori danni al pianeta richiede un grande cambiamento, ma possiamo farlo se agiamo ora, insieme. Ciò che stiamo facendo non è abbastanza per fermare, figuriamoci invertire, questo devastante declino della biodiversità. I governi hanno il potere economico, politico e legale di affrontare l’emergenza planetaria, e potrebbe esserci ancora tempo, ma devono agire ora – ha dichiarato il Professor Andy Purvis, tra gli autori del report.
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Fonte di riferimento: The Natural History Museum
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