Il Primo Ministro del governo indiano, Modi, sta promuovendo energicamente un piano di apertura di nuove miniere di carbone nella zona.
Centinaia di abitanti dei villaggi indigeni della foresta indiana di Hasdeo hanno dato inizio a una vasta protesta contro i piani del Governo, che vuole espandere delle miniere di carbone sulle loro terre
Indigeni provenienti dalle comunità Adivasi che vivono nella foresta di Hasdeo – che con i suoi 170mila ettari è una delle aree forestali intatte più grandi in India – si sono riuniti nel giorno del compleanno di Ghandi, il 2 ottobre, per poi marciare per 300 km verso la capitale dello stato di Chhattisgarh, dal 4 al 13 ottobre.
La foresta Hasdeo è la casa ancestrale di circa 10mila Adivasi appartenenti, tra gli altri, ai popoli Gond, Oraon, Lohar e Kunwar. Ed è anche una delle regioni dell’India più ricche e biodiverse.
E ora il Primo Ministro del governo indiano, Modi, sta promuovendo energicamente un piano di apertura di nuove miniere di carbone nella zona. Se il piano fosse realizzato, la foresta e i suoi popoli verrebbero distrutti.
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Modi intende dare il via a 55 nuove miniere di carbone in varie parti dell’India ed espandere le 193 già esistenti per portare la produzione di carbone a un miliardo di tonnellate annue. I lotti sono già stati assegnati all’asta ad alcune delle più grandi società minerarie dell’India, tra cui Adani, Vedanta e Aditya Birla.
Gran parte del piano governativo esistente è illegale perché l’attività estrattiva nelle terre Adivasi non dovrebbe procedere senza il loro consenso. In tutta l’India, gli Adivasi si sono opposti fermamente alle miniere avendo costatato in prima persona come quelle già esistenti abbiano distrutto le foreste e le comunità che vi vivevano.
I popoli Adivasi si oppongono alle miniere in tutto il paese da decine di anni, bloccando anche le scavatrici e protestando pacificamente. In risposta, molti di loro sono stati arrestati picchiati e anche assassinati.
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Fonte: Survival
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