Energia: cosa ha appena detto la Cina sulle centrali a carbone (che potrebbe cambiare le carte in tavola)

Xi Jinping ha annunciato il suo impegno per il clima, interrompendo la creazione di centrali elettriche alimentate a carbone all’estero

Xi Jinping ha annunciato il suo impegno per la salvaguardia del clima, interrompendo la creazione di centrali elettriche alimentate a carbone all’estero. Ma restano ancora attive quelle nei confini nazionali

Il presidente cinese Xi Jinping, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha annunciato un impegno concreto da parte del proprio governo in favore della salvaguardia dell’ambiente: la Cina non costruirà più nuove centrali elettriche alimentate a carbone all’estero; inoltre, si impegna a promuovere lo sviluppo di metodi di produzione dell’energia più sostenibili nei paesi poveri del mondo. Si tratta di un importante passo in avanti nella lotta al riscaldamento globale – soprattutto se si considera che la Cina, oltre ad essere fra i primi produttori mondiali di gas serra, è da considerarsi anche uno dei maggiori utilizzatori di carbone come fonte di energia.

Ricordiamo che da molti anni il dragone rosso è il più importante finanziatore e costruttore di centrali alimentate a carbone in paesi in via di sviluppo (soprattutto in Asia): tra il 2014 e il 2020 la Cina avrebbe investito oltre 160 miliardi di dollari in progetti che implicavano la costruzione all’estero di nuovi impianti. L’annuncio ufficiale è arrivato qualche mese dopo la messa in pratica di questo provvedimento: già nell’ultimo anno, infatti, l’approvazione di progetti che prevedevano la costruzione di centrali a carbone sul territorio estero da parte della Cina si era interrotta perché diventati economicamente svantaggiosi per la potenza asiatica (anche grazie ai costi più competitivi di fonti energetiche rinnovabili).

(Leggi anche: Le emissioni di gas serra della Cina superano quelle di tutti gli altri paesi sviluppati messi insieme)

Una manovra di convenienza economica, quindi, e non un serio e sentito impegno per la difesa dell’ambiente – che tuttavia potrebbe portare a una forte riduzione dell’uso del carbone come fonte di energia in tutto il mondo, a beneficio dell’aria che respiriamo. Non si tratta del primo annuncio del governo cinese in fatto di clima. Solo lo scorso anno, lo stesso presidente xi Jinping aveva annunciato l’impegno del suo paese a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060 (il termine ultimo per i paesi che hanno siglato gli Accordi di Parigi, tra cui il nostro, è il 2050).

Purtroppo però, non è tutto oro quello che luccica, e l’impegno cinese è lodevole solo a metà: questo annuncio che a molti può sembrare una buona notizia, oscura il fatto che la Cina non solo continua a sfruttare il carbone come fonte di energia elettrica, ma addirittura a costruire nuove centrali sul territorio nazionale. Secondo uno studio condotto dal Centre for Research on Energy and Clean Air, lo scorso anno la Cina ha costruito centrali a carbone in grado di fornire una potenza energetica tripla a quella prodotta in tutti i paesi del mondo messi insieme (come se ogni settimana venisse costruita una nuova centrale elettrica), come mostra bene questo schema:

centrali a carbone in cina e fuori dalla cina

@ Centre for Research on Energy and Clean Air

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Fonte: Financial Times 

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