L’infinita ricchezza di specie marine non smette mai di sorprendere gli scienziati
L’infinita ricchezza di specie marine non smette mai di sorprendere gli scienziati
L’immensa biodiversità che risiede nelle profondità oceaniche è ancora difficile da mappare per gli scienziati, a causa dell’inospitalità dell’habitat e delle difficoltà connesse alle esplorazioni subacquee. L’unica certezza che abbiamo, fino ad ora, è che in fondo al mare c’è molta più vita di quanto possiamo immaginare.
Ad esempio, in questi giorni gli scienziati hanno scoperto sei nuove specie di spugne marine, ad una profondità di 4.820 metri, al largo delle coste della Nuova Zelanda. Gli esploratori, inoltre, hanno riferito di due specie già conosciute, ma finora mai avvistate in queste acque – a dimostrazione del fatto che questa regione è molto più ricca di biodiversità di quello che finora si era ipotizzato.
La spedizione esplorativa è stata un grande successo – afferma il biologo marino Gert Wörheide, coinvolto nello studio. – Le scoperte fatte raddoppiano il numero delle specie di spugne appartenenti alla famiglia delle Rossellidae, che vivono a largo delle coste neozelandesi.
Tra questi esemplari, i ricercatori hanno utilizzato l’analisi morfologica e quella del DNA per identificare le nuove specie finora sconosciute alla scienza. Due di queste sono risultate così diverse da tutte le altre specie finora osservate che i biologi le hanno classificato in un genere a parte – Nubes. Le nuove specie sono state chiamate: Bathydorus poculum (scoperta a 1.150 metri di profondità), Scyphidium variospinosum (a 1.630 metri di profondità), Caulophacus serpens (a 4.816 metri di profondità), C. ramosus (a 4.819 metri di profondità), Nubes tubulata (fra i 767 e i 782 metri di profondità), and N. poculiformis (a 1.285 metri di profondità).
Oltre alle specie di nuova scoperta, i ricercatori hanno ammirato anche alcuni esemplari delle cosiddette ‘spugne di vetro’: il nome scientifico è Hyalospongiae, e sono una classe di spugne tipiche delle acque profonde, caratterizzate da una specie di scheletro in silicio. Le spugne di vetro sono già conosciute, ma incredibilmente rare.
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Fonte: ZooKeys
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