L'endometrisi affligge moltissime donne. Al momento non vi è una cura definitiva, ma un nuovo trattamento è in fase di sperimentazione.
Indice
L’endometriosi affligge moltissime donne. Al momento non vi è una cura definitiva, ma un nuovo promettente trattamento è in fase di sperimentazione. Quello che si può fare è tenerla sotto controllo per monitorarne l’evoluzione e prevenire così danni più ampi
L’endometriosi è una malattia debilitante, poiché i sintomi possono influire negativamente sulla qualità della vita della donna e andare a compromettere la fertilità.
Attualmente non vi è un trattamento definitivo per curare l’endometriosi, anche se la terapia ormonale e gli interventi chirurgici possono bloccare la progressione della malattia per diversi anni a seconda del caso. Ci sono casi di endometriosi superficiale che non richiedono un trattamento; infatti in 1/3 dei casi le lesioni superficiali regrediscono dopo pochi mesi di trattamento, o anche spontaneamente.
In caso di sintomi importanti, è necessario richiedere un parere medico per verificare una potenziale evoluzione delle lesioni. Nei 2/3 dei casi, l’endometriosi evolve in forme gravi, debilitanti per la vita di tutti i giorni; in questo caso, un follow-up medico con esperti è spesso necessario.
L’endometriosi di solito diminuisce e scompare dopo la menopausa, ma deve essere comunque monitorata soprattutto quando si inizia la terapia ormonale sostitutiva. In più, è importante sapere che capitano casi di recidiva in menopausa, seppur rari. (Leggi anche: Endometriosi: sintomi, cause e quando intervenire)
Medicina complementare
Alcune persone con endometriosi superficiale potranno trovare un equilibrio grazie alle medicine complementari, senza trattamento e con un’igiene adeguata (dieta, rilassamento, yoga, agopuntura, osteopatia, fisioterapia…) che saranno sufficiente per stabilizzare i sintomi e ridurli. Non appena i sintomi diventano importanti tanto da interferire con la qualità della vita, si potrebbe richiedere un parere medico per verificare una potenziale evoluzione delle lesioni.
Trattamento ormonale per prevenire le mestruazioni
L’endometriosi è una malattia ormone dipendente, è quindi necessario privare il corpo dell’ormone che andrà a nutrire le cellule endometriali: l’estrogeno.
Oggi gli specialisti concordano sul fatto che il trattamento di base sia prevenire l’insorgenza delle mestruazioni: si tratta di amenorrea, o assenza di mestruazioni.
Perché rimuovere il ciclo mestruale? Perché le lesioni endometriosiche disseminate sugli organi sanguineranno contemporaneamente alle mestruazioni, creando micro emorragie. Quindi, dare una pillola continuamente o inserire uno IUS, un dispositivo a rilascio progestinico, consente ad alcune donne di smettere di soffrire e vivere normalmente.
La cura artificiale della menopausa
Quando ciò non basta, si consiglia di iniziare cure artificiali per anticipare la menopausa, come iniezioni di analoghi del GN-Rh di varia durata, che si avrà cura di integrare con una “terapia aggiuntiva” per alleviare disturbi come:
- dolore osseo,
- vampate di calore,
- pelle secca,
- disturbi dell’umore.
Si tratta di reintrodurre un po’ di estrogeni, sotto controllo medico, per evitare una privazione troppo improvvisa per l’organismo. Questo trattamento mette in menopausa artificiale, poiché sopprime l’ovulazione direttamente a livello della ghiandola pituitaria. (Leggi anche: Endometriosi: come richiedere l’esenzione ticket e l’invalidità)
Trattamento chirurgico
In caso di fallimento del trattamento medico, può essere proposto un intervento chirurgico. Quest’ultimo include l’exeresi delle lesioni endometriosiche, ossia rimuovere noduli e lesioni al fine di evitare una potenziale recidiva, che può comunque verificarsi.
La chirurgia per l’endometriosi è complessa, soprattutto se le lesioni sono impiantate su organi funzionali, come vescica, retto e colon.
Un nuovo trattamento in fase di studio
Vi è un nuovo trattamento chirurgico mininvasivo in fase di studio per trattare l’endometriosi rettale mediante ultrasuoni focalizzati ad alta intensità.
In 1 caso su 5, infatti, le lesioni endometriosiche sono localizzate anche verso il retto, causando diarrea o stitichezza, crampi e dolore durante i rapporti. Il trattamento a base di ultrasuoni è un’alternativa alla chirurgia convenzionale.
Questo consiste nell’introdurre una sonda per via endorettale, e focalizzare gli ultrasuoni sul nodulo. Il calore devitalizza il nodulo in pochi minuti; questo non viene rimosso, ma intorpidito. L’operazione dura meno di un’ora e richiede una semplice anestesia locale.
Una tecnica, però, non applicabile a tutte le forme di endometriosi perché a causa della morfologia della sonda, non è ancora possibile trattare tutti i noduli rettali con questo metodo. I criteri da tenere in considerazione sono la posizione del nodulo (retto inferiore e medio) e il suo volume. (Leggi anche: Endometriosi, un nuovo integratore alla curcuma promette di abbattere il dolore).
Fonte: Sigo/ endofrance.org
Ti potrebbe interessare: