Crisi climatica: siamo vicini al punto di non ritorno. L’allarme di 14mila scienziati

Un team internazionale di scienziati lancia un accorato allarme ai governi del mondo sulle drammatiche conseguenze della crisi climatica

Un team internazionale di scienziati lancia un accorato allarme ai governi del mondo sulle drammatiche conseguenze della crisi climatica.

Dobbiamo fare presto, non c’è più tempo per contrastate la crisi climatica che sta travolgendo l’intero pianeta. È l’allarme che da più parti si leva – ambientalisti, scienziati, animalisti, giovani preoccupati per il loro futuro e quello dei loro figli. Ora un nuovo grido parte da un gruppo di quasi 14.000 scienziati, che hanno lanciato un disperato appello ai governi del mondo affinché facciano qualcosa, subito, per fermare il cambiamento climatico. Se non si interviene immediatamente, è la loro denuncia, le conseguenze per il genere umano saranno devastanti e terribili – molto più di quello a cui stiamo assistendo in queste settimane.

Gli impegni dei vari governi per ridurre le emissioni di gas serra o la produzione di plastica da qui a dieci o trent’anni non sono sufficienti per fermare in tempo le conseguenze drammatiche sulla nostra specie. Il punto di non ritorno è vicino: stiamo assistendo a sempre più frequenti fenomeni climatici estremi in tutte le parti del mondo – dall’Asia all’Europa al Nord America.

(Leggi anche: Nessuno è più al sicuro dalla crisi climatica)

Il gruppo di scienziati ha individuato 31 parametri o segni vitali per ‘misurare’ lo stato di salute della Terra, 18 dei quali rappresentano dei record minimi o massimi nella storia, come per esempio: lo stato di perdita della foresta amazzonica brasiliana, che è aumentato in maniera esponenziale fra il 2019 e il 2020, con 1,1 milioni di ettari distrutti in un solo anno a causa di disboscamento, siccità e incendi; la distribuzione del cibo nel mondo e, in particolare, la produzione di carne pro capite; l’uso dell’energia e dei combustibili fossili; la presenza dei gas serra (ossido di diazoto, anidride carbonica, metano) nell’atmosfera e l’innalzamento delle temperature; lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia e Antartide dove sono stati registrati i più bassi livelli di massa solida di tutti i tempi (i ghiacciai si stanno sciogliendo molto più velocemente di quanto si potesse credere, e stanno perdendo il 31% di ghiaccio in più all’anno di quanto facevano 15 anni fa); i cambiamenti nel livello degli oceani, con conseguenze importanti per più di 500 milioni di persone che dipendono dalla salute dei mari per il loro sostentamento.

Questi indicatori sono la prova lampante di quanto abbiamo già colmato la misura e che molte cose non torneranno mai più come prima: si pensi, ad esempio, alle calotte glaciali, il cui scioglimento è ormai irreversibile – anche se l’umanità intera smettesse di emettere CO2 nell’atmosfera oggi. Sappiamo già cosa dobbiamo fare, ma siamo troppo pigri ed egoisti per cambiare davvero il nostro stile di vita per il bene del Pianeta: eliminare la plastica, ridurre il consumo di carne o addirittura passare ad un’alimentazione a base vegetale, azzerare le emissioni di gas serra. Dobbiamo farlo subito, dobbiamo farlo oggi!

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Fonte: BioScience

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