Mangi pollo? Tutto quello che dovresti sapere e le controindicazioni che non ti aspetti

Il pollo può avere effetti spiacevoli sulla salute, sia per come gli animali sono allevati che per i grassi che questo alimento contiene

Malgrado l’ottima reputazione di cui gode, mangiare pollo può avere effetti spiacevoli sulla salute, che derivano in parte da come gli animali sono allevati e in parte dai grassi che questo alimento contiene.

Il pollo è da sempre considerato un alimento sano (certamente più della carne rossa e delle carni processate), fonte di proteine, ma al contempo dallo scarso contenuto calorico, ideale per la dieta o comunque protagonista di un’alimentazione equilibrata.

Inoltre, è un alimento estremamente versatile che si presta a molti usi e che può diventare protagonista di numerose ricette – alcune delle quali, come le cotolette fritte, decisamente poco dietetiche. Molti non sanno, tuttavia, che anche questo alimento nasconde delle insidie, che riguardano soprattutto il modo in cui questo è prodotto e le condizioni di vita del pollo negli allevamenti intensivi.

Può essere contaminato da batteri

Secondo uno studio condotto qualche anno fa, il 97% del petto di pollo in commercio è contaminato da batteri che possono rivelarsi dannosi per l’uomo. Si tratta di contaminazioni provenienti dalle feci degli animali, derivanti dal fatto che questi vivono in ambienti sovraffollati e in totale assenza di condizioni igieniche dignitose. Inoltre, circa la metà dei batteri presenti nel pollo è risultata resistente a tre o più dei più comuni antibiotici umani – questo perché i polli (e, in generale, tutti gli animali che vivono la loro intera vita in allevamenti intensivi) sono trattati con medicine e sostanze chimiche.

La resistenza agli antibiotici non rende l’agente patogeno più virulento ma, rendendo inefficaci le tradizionali cure, può rendere più lenta e difficile la guarigione. Le conseguenze per l’uomo possono essere quelle tipiche dell’infezione da salmonella – nausea, vomito, crampi allo stomaco, diarrea. Il metodo migliore e più efficace per distruggere questi batteri resta la cottura ad altissime temperature (almeno 165°C).

(Leggi anche: Perché al supermercato un pollo costa meno di una birra? Svelati i terribili segreti dell’industria del pollame)

Aumenta i livelli di colesterolo nel sangue

Contrariamente a quanto si crede, anche la carne bianca fa male al cuore, poiché provoca l’aumento dei livelli di colesterolo: infatti, secondo l’Università di Harvard, quando si tratta di colesterolo cattivo nel sangue (associato con il rischio di patologie cardiache e infarto) la carne bianca non è meglio di quella rossa. Lo studio ha esaminato i valori del sangue di un centinaio di persone, donne e uomini, di età compresa fra i 21 e i 65 anni e ha osservato se i livelli di colesterolo cambiassero a seconda che si assumessero proteine in forma di carne rossa, di carne bianca o da fonti vegetali come legumi, frutta secca e prodotti a base di soia. Per ridurre le possibilità che altri fattori potessero influenzare i livelli di colesterolo, ai partecipanti è stato chiesto di fare una moderata attività fisica e di non consumare alcol per tutta la durata dell’esperimento. 

Lo studio ha evidenziato che i livelli di colesterolo ‘cattivo’ nel sangue erano significativamente più alti dopo il consumo di carne, sia bianca che rossa, rispetto ad una dieta con proteine vegetali. Questo a conferma di quanto una dieta vegana (o anche vegetariana) sia molto più salutare per la nostra salute. Inoltre, moltissimi alimenti vegetali apportano un ottimo contenuto proteico alla nostra dieta, come si può vedere in questa tabella:

fonti di colesterolo

Le principali fonti di proteine vegetali a tavola (Credits: Harvard Health)

Può far ingrassare

Anche se è una carne magra e particolarmente consigliata da dietologi e nutrizionisti, il pollo resta comunque una proteina di origine animale. Uno studio ha scoperto che c’è una correlazione fra il tipo di dieta seguita e il peso corporeo, ed è emerso che i vegetariani hanno un indice di massa corporea più bassa rispetto a quelli che consumano abitualmente carne.

Infatti, i partecipanti allo studio hanno seguito una dieta non-vegetariana hanno assunto maggiori quantità di grassi saturi e acidi grassi e minori quantità di fibre, betacarotene e magnesio rispetto a chi ha seguito un’alimentazione vegetariana.

Quindi, consumare frequentemente il pollo (soprattutto se cotto in modo goloso ma poco salutare) può farci assumere molti grassi saturi che, con il tempo, possono provocare l’aumento del peso. Per questo motivo è auspicabile consumare il pollo con moderazione, preferendogli magari dei piatti a base di verdure e legumi.

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