Strage di fenicotteri in Turchia: a migliaia carbonizzati dal troppo caldo e dalla siccità

Migliaia di fenicotteri sono morti nel Lago Salato: crisi climatica e agricoltura intensiva sono alla base del disastro ecologico

Migliaia di fenicotteri (anche pulcini) sono morti nel Lago Salato, ormai completamente prosciugato a causa dell’eccessiva siccità che si è abbattuta nell’area centrale della Turchia. Cambiamenti climatici e metodi selvaggi di approvvigionamento dell’acqua sono alla base del disastro.

Sembrano scene apocalittiche quelle che arrivano dalla Turchia dove, nelle ultime due settimane, migliaia di piccoli fenicotteri sono morti – letteralmente carbonizzati da temperature torride e scarsezza di acqua. Siamo nella provincia di Konya, nell’area centrale del paese, dove il Lago Salato ogni anno accoglie migliaia di questi volatili che lì durante la primavera si riproducono, deponendo le uova e facendo nascere i loro piccoli. Ogni anno nascono circa 10.000 fenicotteri. Le immagini immortalate dai droni mostrano migliaia di piccoli fenicotteri morti, che giacciono parzialmente seppelliti dalla terra secca.

Il ministro dell’agricoltura turco, Bekir Pakdemirli, parla di un migliaio di uccelli uccisi ma nega che parte della responsabilità sia da attribuirsi all’agricoltura intensiva praticata nell’area, limitandosi a confermare la siccità e la minore concentrazione di risorse idriche nella zona. Ha inoltre rassicurato che misure di emergenza sono state già prese dal governo – senza tuttavia specificare di cosa si tratti.

(Leggi anche: Il caldo estremo sta “cuocendo” i salmoni: attesa strage di massa in questo fiume della California)

A partire dal 2000, il Lago Salato è stato dichiarato area protetta, allo scopo di tutelare la biodiversità del luogo, nonché le risorse naturali e culturali in esso ospitate – ma evidentemente invano. Gli ambientalisti puntano il dito contro la crisi climatica ma soprattutto contro pratiche agricole non sostenibili, che hanno visto il fabbisogno di acqua nell’area superare del 30% quello dello scorso anno, secondo un rapporto pubblicato dall’associazione ambientalista turca TEMA. Nel 2020, la riserva idrica annuale del bacino della regione era di 4,5 milioni di metri cubi, mentre il consumo di acqua ha superato i 6,5 milioni di metri cubi – ben oltre, quini, le possibilità offerte dall’area.

L’ambientalista e fotografo naturalista Fahri Tunc ha riportato sui propri canali social immagini e video davvero strazianti che mostrano gli uccelli carbonizzati sulla superficie arida e brulla del lago ormai secco:

La colpa e dei sistemi di irrigazione selvaggia praticati dall’agricoltura locale – denuncia. – Le riserve di acqua provenienti da un fiume che alimenta il Lago Salato vengono reindirizzate verso i campi e usate nell’agricoltura. Non arrivando più acqua al lago, questo si sta seccando: è un crimine che stiamo commettendo tutti.

Fonte: Reuters

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