Le metanfetamine che, dagli scarichi umani, finiscono nelle acque, creano dipendenza negli altri abitanti dell'ecosistema aquatico
Le metanfetamine che, dagli scarichi umani, finiscono nelle acque, creano dipendenza nelle trote e negli altri abitanti dell’ecosistema acquatico. È quanto emerge da un nuovo studio.
Uno studio pubblicato recentemente evidenzia come le droghe come le metanfetamine, che finiscono nelle acque attraverso gli scarichi umani – chi fa uso di droghe finisce per contaminare le acque attraverso lo sversamento nei corsi d’acqua degli scarichi domestici – possano creare una vera e propria dipendenza nei pesci e impattare così il naturale equilibrio dell’ecosistema. Secondo gli autori, i pesci avrebbero un sistema nervoso simile a quello umano e sarebbero quindi in grado di sviluppare la dipendenza dalle droghe proprio come noi. Lo studio si è concentrato, in particolare, sull’osservazione della trota – un pesce che può essere trovato in tutti i continenti; inoltre, la trota è stata già utilizzata in passato per altre ricerche sulla tossicità dell’acqua.
Le metanfetamine sono una droga che agisce sul sistema nervoso centrale come stimolante. Si trovano in forma di cristalli che possono essere facilmente disciolti in acqua o altro liquido. I risultati delle osservazioni sui pesci che sono entrati in contatto con la sostanza stupefacente sono molto simili a quelli che si possono osservare nei soggetti affetti da una dipendenza a cui viene impedito di drogarsi.
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Le trote che sono state esposte alla sostanza stupefacente presentano veri e propri sintomi da astinenza, come ansia, irrequietezza e stress, ma anche minore capacità di mutare ambiente – il che suggerisce che la loro capacità di esplorare un nuovo ambiente è stata ridotta come risposta allo stress provocato dall’astinenza. I ricercatori, inoltre, hanno notato che i pesci dipendenti dalle metanfetamine sono tornati spesso nei luoghi in cui hanno trovato maggiori concentrazioni della sostanza (a causa degli scarichi umani). Questa anormale e eccessiva attrazione dei pesci verso quei luoghi in cui possono ‘assumere’ droga può rivelarsi dannosa per l’ambiente secondo lo studio: infatti i pesci che tentano in ogni modo di soddisfare il loro bisogno di droga perdono interesse a nutrirsi e a riprodursi, distruggendo l’equilibrio naturale.
Lo stimolo alla dipendenza dalle droghe suggerito da questo studio rappresenta un altro esempio di inaspettata selezione evolutiva per le specie che vivono in ambienti prossimi a quelli dell’uomo, oltre ad evidenziare il lato ecologico dei problemi umani legati agli ecosistemi acquatici.
Fonte: Experimental Biology
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