Cos’è il Rentri, il nuovo Registro sulla tracciabilità dei rifiuti che sta sostituendo il Sistri (finalmente)

Si chiama Rentri (Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti) e sostituirà il Sistri. Al via la sperimentazione

Tracciabilità dei rifiuti, dopo anni di incertezze, di problemi tecnici, di stallo, il Sistri è stato archiviato. Al suo posto è arrivato il Rentri, che di recente è partito in via sperimentale. Ecco tutte le novità sul nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti.

Il Sistri è stato un rompicapo. Quello che doveva essere un innovativo sistema telematico per la tracciabilità dei rifiuti, destinato a soppiantare definitivamente i formulari cartacei e le dichiarazioni MUD, si è rivelato un fallimento e ha più volte messo in difficoltà gli operatori del settore. Entrato in vigore in via definitiva nel 2013 è stato letteralmente messo in soffitta nel 2019 per effetto dell’articolo 6 del decreto legge 14 dicembre 2018, n. 135.

Ma i rifiuti devono comunque essere tracciati e per farlo adesso è a disposizione un nuovo strumento che, si spera, potrà finalmente rendere più chiaro il cammino e il destino dei rifiuti italiani senza gravare sugli operatori coinvolti. 

Si chiama Rentri (Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti) ed è stato introdotto col DLGS 3 settembre 2020 n. 116, pubblicato sulla G.U. 11/09/2020 ed in vigore dal 26/09/2020. 

L’art. 188-bis del DLGS 152/2006, nell’attuale formulazione, definisce che il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti si compone delle procedure e degli strumenti che devono essere integrati nel nuovo sistema informativo RENTRI, gestito presso la competente struttura organizzativa del Ministero dell’Ambiente, ora Ministero della Transizione Ecologica, e che tale struttura verrà supportata tecnicamente dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali, sulla base di modalità operative stabilite da una regolamentazione ministeriale, si legge sul sito dedicato.

Cos’è e come funziona il Rentri

La novità sta nel fatto che ha introdotto un modello di gestione digitale per l’assolvimento degli adempimenti tra cui l’emissione dei formulari di identificazione del trasporto, e la tenuta dei registri cronologici di carico e scarico. Il Rentri è inoltre suddiviso in due sezioni:

  • La Sezione dell’Anagrafica degli iscritti, che raccoglie anche le autorizzazioni ambientali;
  • La Sezione della Tracciabilità, che raccoglie i dati annotati nei registri e nei formulari.

Per tutti i soggetti non obbligati all’iscrizione al Registro Elettronico Nazionale, i suddetti adempimenti potranno continuare ad essere assolti tramite i formati cartacei. I decreti attuativi previsti dall’Art. 188-bis sono in fase di predisposizione, e serviranno a disciplinare gli aspetti operativi, tecnici, funzionali, anche aggiornando i modelli di registro e il formulario. Nel frattempo, il Ministero dell’Ambiente con il supporto dell’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, ha avviato la realizzazione di un prototipo finalizzato a verificare la funzionalità e la fruibilità di un modello di Registro Elettronico Nazionale. In attesa dei decreti attuativi del nuovo sistema R.E.N.T.Ri., continuano a trovare applicazione i decreti ministeriali precedenti (del 1° aprile 1998, n. 145 e n. 148) in materia di tenuta dei registri ci carico e scarico, e di produzione dei formulari per l’identificazione dei rifiuti trasportati.

Al via la sperimentazione

Ufficialmente, a giugno ne è stata avviata la sperimentazione che secondo il Ministero della Transizione Ecologica avrà lo scopo di verificare la funzionalità e la fruibilità di alcune delle funzioni del Registro elettronico nazionale e in particolare l’interoperabilità con i sistemi gestionali attualmente in uso alle aziende, evitando così di incappare nei problemi affrontati col Sistri.

L’opportunità di procedere ad una sperimentazione è stata infatti più volte rappresentata al Ministero e all’Albo da parte del mondo imprenditoriale, durante le fasi di consultazione con le associazioni di settore sulla proposta di regolamento di disciplina del Registro Elettronico Nazionale, spiega il Ministero.

La fase sperimentale consentirà alle imprese tenute all’iscrizione al Registro Elettronico Nazionale di provare le procedure operative da giugno e per 4 mesi. Al momento, sono queste le indicazioni diffuse relative alla struttura del Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti. Per il resto, l’art. 188-bis dispone che qualsiasi aspetto e dettaglio relativi al RENTRI dovrà essere stabilito tramite uno o più decreti ministeriali attuativi non ancora emanati, che faranno chiarezza sugli aspetti operativi e tecnici.

I futuri decreti ministeriali attuativi dovranno chiarire:

  • le modalità di avvio del sistema Rentri, con regole di iscrizione e funzionamento per assicurare la condivisione dei dati raccolti anche con gli enti pubblici (Albo dei gestori ambientali, Ispra, organi di controllo);
  • la creazione degli strumenti operativi, tramite l’introduzione di modelli digitali (distinti per tipologie di rifiuti e modalità di raccolta) e regole per la compilazione, tenuta del formulario e del registro cronologico in formato digitale e loro modalità di vidimazione.

Speriamo che sia la volta buona.

Fonti di riferimento: Rentri, Ministero della Transizione Ecologica

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